venerdì 31 dicembre 2010

UMBERTO BROCCOLI ''voce del verbo amare''



arte trasalimenti ideato e curato da gabriele di pietro.

giovedì 30 dicembre 2010

The Cambodian artist - Pich Sopheap - at his studio in Phnom Penh.

arte trasalimenti ideato e curato da gabriele di pietro.

Nato nel 1974 e nel 1971, Leang Seckon e Pitch Sopheap erano bambini quando la guerra civile e il Khmer Rouge regime combinato di uccidere quasi tre milioni di cambogiani. Mr. Pitch ricorda il caos che seguì ritiro Pol Pot nel 1979, rifugiandosi in pagode rovinato tra le risaie del nord segnato Battambang Provincia.

lunedì 27 dicembre 2010

Antonio Ligabue, l’arte difficile di un pittore senza regole


Antonio Ligabue, il cui vero cognome è Laccabue, nasce in Svizzera a Zurigo il 18 dicembre del 1899.

Figlio di un'emigrante italiana, fu dati in adozione ad una famiglia svizzera tedesca che lo affidò a sua volta ad un Istituto per ragazzi difficili da dove fu espulso a sedici anni.

Selvaggio, imprevedibile per il suo rapporto con il mondo e la realtà, per tutta la vita fu considerato un matto e venne espulso in manette dalla Svizzera ed istradato in Italia.




La sua pazzia era solo il suo essere istintivo ed autentico nella vita, come nel suo essere pittore.




Riconosciuto, come il più alto esponente dei Naif italiani, riempie la realtà della campagna lombarda di alberi e foglie di una fantastica giungla popolata di animali domestici e selvaggi.











 ...A Gualtieri Ligabue sopravvive con lavori precari, solo, ossessionato dal suo profilo che non gli piace e che corregge dandosi sassate sul naso.
Con l’ossessione delle donne (si racconta che abbia inciso un gran sesso femminile nel tronco muschioso di un albero) e della moto, la famosa Guzzi rossa con cui scorrazzava e che ora è in mostra. Con i pochi soldi e qualche aiuto compera colori e nascono i quadri dei suoi animali. Un’intera sala è riempita dai suoi cavalli e umili buoi al lavoro o lotte da pollaio fra galli spumeggianti, una natura da cortile fra paesaggi padani, ma punteggiati da casine e campanili tutti svizzeri; un’altra sala è occupata da un’intera giungla di felini, tigri a strisce dai colori intensi, parenti strette di quelle di Mompracem, immaginate da Salgari, o di quelle dei cartelloni da circo, con le fauci gigantescamente aperte.
In altre opere sono i giaguari a balzare verso le prede, tutti un guizzo di muscoli, appaiono nei quadri saltando verso lo spettatore-preda, e offrono lo stesso fremito che dà l’esplosiva uscita di un misirizzi dalla sua scatola di latta. Felini agili in lotte sanguinose, fra resti umani e nuove prede, da scimmie acide, a boa constriptor, alle antilopi, ma spesso la vittoria felina durerà un attimo. Pelose vedove nere in primo piano nel quadro pazientemente attendono il loro turno. Ligabue sogna una giungla fra i boschi del Po, il fiume serpeggia spesso sugli sfondi. “ Ligabue”, afferma Sgarbi, “riesce a mettere l’Africa nella Padania, un sogno che non verrebbe mai a Bossi.” Ma la grande foresta di questi animali selvatici altro non è che le boscaglie lungo il lutulento Po, immaginate con la stessa primitività e forza arcaica di Henri Rousseau il Doganiere. Nell’ultima sala tutti gli autoritratti di Liguabue rafforzano, in decine di varianti, le sue ossessioni. Per potenza, devastazione fisiognomica e ossessione possono esser avvicinati a quelli di Van Gogh. Certo la cifra di Ligabue rimane un intreccio inestricabile di «imagerie» nazional popolare e forza primitiva: sovrana sui suoi autoritratti la mosca, giantesca, pelosa, rilucente nella sua natura sarcofaga e carnaria, quella che nasce sui cadaveri. È il richiamo alla forza cannibale della natura, ben nota al mondo contadino. Ma è anche la metaforica mosca al naso d’un imprendibile folle della pittura...



...Ricoverato più volte in clinica psichiatrica, Antonio Ligabue portava i suoi deliri sulle tele, mostrandoci tigri con fauci spalancate, insetti in ogni tela e scene cruente di lotte animali.
Probabilmente la tigre era proprio la rappresentazione di se stesso, qualche volta vincitore su lepri e gazzelle, qualche volta sopraffatto da scorpioni e scarafaggi giganti.














giovedì 23 dicembre 2010

TateShots: Michelangelo Pistoletto at Tate Modern



arte trasalimenti ideato e curato da gabriele di pietro.

Domenico Gnoli_arte_trasalimenti

 


Domenico Gnoli (Roma 1933 - New York 1970) tiene la prima personale alla galleria La Cassapanca di Roma nel 1950. Disegna e incide. Si iscrive ai corsi di scenografia dell'Accademia di belle Arti di Roma che abbandona per recitare in teatro. Disegna le scene per piéces delle compagnie Terron, Randone, Baseggio. Recita e incide. Nel 1954 è a Parigi, e tramite JLBarrault a Londra dove disegna le scene di As you like it per l'Old Vic con grande successo. Abbandonato il teatro, si dedica alla pittura, lavorando a tempera su tele preparate con colla e sabbia. Vive tra Londra, New York (invitatovi da Ben Shahn), Parigi e Roma realizzando quadri dalla forte componente disegnata che espone a New York.

Disegna sul tema dei Picadores a Mallorca pubblicando i lavori su Holiday a N.Y. ed espone a Newark e San Francisco tra 1955 e 1956. Soggiorna a Venezia dove conosce Tancredi e Peguine Guggenheim. Illustra all'aquerello Il Barone rampante di Calvino. Nel 1958 espone alla galleria dell'Obelisco a Roma composizioni dalla materia raffinata ed espressiva. Disegna scene e costumi per il balletto di John Buttler al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Espone disegni a New York. Sue opere entrano al Moma, al Victoria & Albert Museum e all'Arts Council of G.B. di Londra.





Nel 1960 espone alla Bianchini Gallery di N.Y e alla A.Jeffress Gallery di Londra. Pubblica disegni per un testo del poeta inglese R.Graves. Espone a Dallas, Lavora a testo e illustrazioni del volume Orestes or the art of smiling, pubblicato a Londra nel 1961. Scrive racconti e incide all'acquaforte acquatinta. Nel 1962 espone ancora alla Bianchini Gallery di New York e alla Hazlitt Gallery di Londra. Esegue la serie di disegni sui negri di Harlem dal titolo Apollo Theater. Trasferitosi a Parigi incontra Yannick Vu. A Mallorca progetta i primi quadri che prevedono forti ingrandimenti di oggetti su ampie dimensioni, che esegue a Parigi entro il 1964.



Viaggia in Europa e nel Mediterraneo. Prosegue con successo il lavoro di illustratore per riviste americane. La mostra parigina da Schoeller, dodici dipinti ad acrilico tra cui Mise en plis, l'Indéfrisable, Homme de dos, Homme de face, porta l'artista ad successo internazionale. Tra le recensioni quella a firma G.Gassiot-Talabot.







Da quella data la sua pittura coglie sistematicamente frammenti di oggetti che colmano il campo visivo e pittorico: temi di un quotidiano inventariato con occhio acutissimo e tecnica confacente che mescola polvere di marmo ai colori acrilici per una personale accezione di iperrealismo nel quale confluiscono e si sublimano la conoscenza della pittura del Quattrocento e gli apporti della Metafisica. Del 1964 il dipinto Letto bianco. Nel 1965 espone al XXI Salon de mai a Parigi e alla mostra curata da G.Marchiori De Metaphisica da Jan Krugier a Ginevra che impagina opere di De Chirico, De Pisis, Carrà, Morandi e Gnoli. Nel 1965 espone alla Kovler Gallery di Los Angeles i disegni per Alberic the wise and other journeys di N.Juster. Nel 1966 partecipa alla mostra di gruppo Hommage to silence or Metaphisica alla Krugier Loeb Gallery di New York con Pink bosom e Self portrait. Ottiene la medaglia d'oro quale miglior illustratore americano nel 1966. Pubblica nuovi disegni su Holiday e su Life Magazine di Chicago. Partecipa al Premio Marzotto e allestisce una personale a cura di L.Carluccio alla galleria Galatea di Torino. Nel 1967 espone a Napoli, Bologna, Roma con testo di R.Barilli e puntuale recensione di L.Trucchi. Espone Inverno (Couple au lit) alla mostra romana del collettivo Il Girasole con Caruso, L.Cremonini e Tornabuoni. 'Holiday Magazine' pubblica le tavole dedicate a Gerusalemme. Partecipa alla 'II Internationale der Zeichnung' di Darmstadt con la serie I Mostri, espone invitato al 'Prix de la critique' al Palais des Beaux Arts di Charleroi, Absence, La tarte, Sans nature morte. Nel 1968 espone a 'Grands et jeunes d'aujourd'hui' di Parigi e compie un viaggio nell'Europa orientale. 'The Heritage Press' di N.Y pubblica il volume 'A journal of the plague, year 1665' di Daniel De Foe con tavole a colori e disegni di Gnoli. Quaranta opere al Palais des Beaux Arts di Bruxelles, presentate da A.P.de Mandiargues. Una sessantina di dipinti, disegni e bronzi alla Kestner Gesellschaft di Hannover, presentati da Wieland Schmied. 'Horizon' pubblica le tavole dei 'Mostri', 'Holiday' le tavole su Varsavia, 'Playboy' una tavola per un racconto di Moravia. Sidney Janis, visti di dipinti di Gnoli a Kassel, gli propone una mostra a N.Y. alla quale Gnoli lavora a Mallorca lungo il 1969. Scrive il racconto Compte rendu d'un rêve, prepara quattro tavole per un racconto di Moravia pubblicato da 'Playboy', espone 40 dipinti del 1968-1969 e bronzi da Janis e allestisce l'ultima personale alla Schmela Galerie di Düsseldorf. Si reca a Grenada. Ne rientra malato e muore a N.Y. nell'aprile 1970. Krugier lo celebra a Ginevra con una ampia mostra.

Nel 1973-1974 retrospettive alla Kunsthalle di Darmstadt, al Museum van Beuningen di Rotterdam, al Centre Pompidou di Parigi e al Palais des Beaux Arts di Bruxelles. Gnoli, Magritte, Delvaux alla Galerie Isy Brachot di Bruxelles. Opere dell'artista a rassegne italiane ed europee dedicate all'iperrealismo. Retrospettive nel 1981 alla Kunsthalle di Brema e alla galleria Giulia di Roma; nel 1983 alla Galleria d'arte moderna a Verona e al Musée Cantonal a Losanna; nel 1985 al PAC di Milano, nel 1987 alla Galleria d'arte moderna di Roma, alla Fundaciò Caja de Pensiones di Madrid nel 1990.
 Mostra di disegni inediti a Palazzo Todeschini di Desenzano nel 1990. Bibliografia: B.Mantura, M.Quesada, Domenico Gnoli, Milano 1985; V.Sgarbi, L'opera grafica di D.G , Milano 1985; B.Mantura (a cura di) D.G., Galleria d'arte moderna, Roma 1990, M.Quesada, Disegni inediti di D.G., Brescia 1990.

James Esber_arte_trasalimenti - Bin Laden

In "esecuzione", un 2009 tela, James Esber fa riferimento a una celebre fotografia di guerra di Vietnam-era la realizzazione di strada di un prigioniero vietcong, fondendo il tiratore e la vittima.



James Esber, come la maggior parte di noi, ha apparentemente nulla di Osama bin Laden , la figura più nota è la nostra epoca. In "You, Me and Everyone Else", l'attuale mostra presso il signor Esber Pierogi, la pietra angolare della Williamsburg, Brooklyn, galleria di scena, il signor Bin Laden familiare barba-e-turbante-caratteristiche incorniciato guardare fuori decine e decine di disegni di quella linea le pareti. Essi ricorrono nello spostare le texture, colori e proporzioni di rosso scuro e nero (o sanguigno) - i colori classici di disegni dei grandi maestri - ma l'immagine di base indietreggia mai.

mercoledì 22 dicembre 2010

domenica 19 dicembre 2010

Gian Ruggero Manzoni_arte_trasalimenti


Gian Ruggero Manzoni è nato nel 1957 a San Lorenzo di Lugo (RA), dove tuttora risiede. Poeta, narratore, pittore, teorico d’arte, drammaturgo, frequentato il Liceo Classico a Lugo di Romagna, nel 1975 si iscrive al DAMS di Bologna indirizzo Spettacolo poi Arte. Suoi maestri sono stati Gianni Celati e Umberto Eco.
Nel 1977, a seguito dei fatti riguardanti il famoso "Marzo Bolognese", lascia la città emiliana e parte volontario nell'esercito. Negli anni successivi soggiorna per lunghi periodi in Belgio, in Francia e in Germania, dove frequenta gli ambienti artistici.
Nel 1982 e nel 1983 è redattore della rivista Cervo Volante di Roma, diretta da Achille Bonito Oliva ed Edoardo Sanguineti. Insegna Storia dell'Arte presso l'Accademia di Belle Arti di Urbino dal 1990 al 1996, quindi, lasciata la cattedra, come contrattista, presta docenza presso Accademie e Università italiane e straniere. Nel 1980 pubblica Pesta duro e vai trànquilo/Dizionario del linguaggio giovanile con le Edizioni Feltrinelli.




Nel 1997 dà continuità alla ricerca riguardante i nuovi linguaggi emergenti pubblicando Peso vero sclero/Dizionario del linguaggio giovanile di fine millennio edito da Il Saggiatore. Come teorico d'arte, pittore e poeta partecipa ai lavori della Biennale di Venezia negli anni 1984 e 1986, edizioni dirette da Maurizio Calvesi, curando, assieme all'amico Valerio Magrelli, la Sezione Poesia per Arte allo Specchio.




Dal 1986 al 1998 dirige la rivista d'arte e letteratura Origini. Dal 1985 interpreta a livello teatrale sui testi accompagnato da musicisti jazz. Sue poesie sono state musicate da Fernando Mencherini, Nicola Franco Ranieri, John De Leo, Stefano Scodanibbio. Negli anni '90, sotto la direzione di Gianni Celati e di Ermanno Cavazzoni, collabora alla realizzazione dell'almanacco di prose Il Semplice, rivista di narrativa edita da Feltrinelli.



Ha vinto i premi letterari Savignano, per una raccolta inedita di poesie, Todaro-Faranda, per la narrativa inedita, e Francesco Serantini.
E' stato incluso nella cinquina finalista dei premi Mont Blanc, per la narrativa inedita, e Bari-Costiera di Levante.
Ha al suo attivo oltre 40 pubblicazioni.
Alcune sue opere sono state tradotte in Grecia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Irlanda, Argentina, Uruguay. Ora dirige la rivista d’arte, letteratura e idee ALI.


Ama abitare in provincia e, come di solito dice, "dell' uomo di provincia possiede tutti i difetti, ma anche tutti i pregi".