domenica 31 ottobre 2010

John Cage about silence



trasalimenti arte ideato e Curato da gabriele di pietro.

Igor Stravinsky - Tango for Piano



arte trasalimenti ideato e curato da gabriele di pietro.

Il Teatro alla Moda. Costume di scena - Grandi Stilisti


La Moda è una componente centrale della cultura contemporanea e nell’ambito delle sempre più frequenti e reciproche contaminazioni tra Moda e Arte, un nuovo eccezionale evento espositivo, intitolato Il Teatro alla Moda. Costume di scena.
Grandi Stilisti, sarà alla ribalta a Roma, riunendo per la prima volta le creazioni dei più grandi stilisti italiani, nostra eccellenza nel mondo, per il Teatro, l’Opera e la Danza.
Cento costumi originali, insieme a bozzetti, figurini e a rari documentari video dei relativi spettacoli, saranno allestiti negli spazi del Museo della Fondazione Roma, in via del Corso, dal 5 novembre al 5 dicembre 2010. Sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana, la mostra è promossa da Altaroma, dalla Fondazione Roma e dai Musei Mazzucchelli di Brescia, è prodotta e organizzata con Arthemisia Group, e vede così attuarsi una partnership inedita tra mondo dell’arte e della moda.

La mostra vanta il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Ministero del Turismo, della Provincia di Roma e dell’Istituto nazionale per il Commercio Estero; vanta inoltre il premio di Alta Rappresentanza della Presidenza della Camera dei Deputati, il contributo di Regione Lazio, Assessorato alla Cultura, Arte e Sport, il supporto dell’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione di Roma Capitale e la collaborazione della Fondazione Cinema per Roma e della Fondazione Musica per Roma.
Main sponsor a sostegno dell’iniziativa è Barclays Wealth, che insieme agli sponsor American Express, Enel, FPC Partners LLP, e agli sponsor tecnici Fnac e Samsung, ha reso possibile questo straordinario evento nella città di Roma.
La serata inaugurale sarà inoltre un evento charity grazie al coinvolgimento di Agenda Sant’Egidio, un’Associazione senza scopo di lucro che ha come finalità promuovere e favorire il sostegno di tutte le attività contro la povertà e l’assistenza promosse dalla Comunità di Sant’Egidio. Infatti una quota dell’importo dei biglietti d’ingresso alla mostra sarà devoluta all’Associazione.
A cura di Massimiliano Capella, la mostra Il Teatro alla Moda è l’occasione per ammirare abiti e costumi realizzati per famosissime rappresentazioni teatrali, operistiche e coreutiche, da alcuni tra i più importanti stilisti italiani, quali Gianni Versace, Roberto Capucci, Emanuel Ungaro, Fendi, Missoni, Giorgio Armani, Antonio Marras, Romeo Gigli, Alberta Ferretti, Valentino, Enrico Coveri.

Attraverso un’accurata selezione delle loro creazioni, provenienti da prestigiose collezioni teatrali (Teatro alla Scala e Piccolo Teatro di Milano, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Regio di Parma, Teatro San Carlo di Napoli, National Opera di Washington DC), oltre che dalle Maison coinvolte e dalle collezioni di attori e cantanti, si ripercorre uno dei momenti più glamour del teatro internazionale moderno e si intende valorizzare l’indiscussa qualità artistica del Made in Italy.
Il titolo è un omaggio al testo “Il Teatro alla Moda” di Benedetto Marcello; trattazione nella forma di saporito commento umoristico del teatro lirico, apparso in prima edizione nel 1720. Si dovrà attendere tuttavia il XX secolo per assistere all’intreccio tra “mondi” diversi; oltrepassando la settorialità delle discipline a favore della condivisione delle arti: dalla pittura alla scultura, dall’architettura al design, dal gesto teatrale al canto e alla danza. Il teatro rappresenta uno dei luoghi privilegiati di questa rivoluzione linguistica e, proprio sul palcoscenico, gli artisti hanno trovato spazio per esprimere la loro fantasia più libera, al servizio di regie, scene e costumi innovativi.

Anche l’alta moda, entra nel “luogo teatro” e vi accede già nell’Ottocento con Worth, Poiret e, soprattutto, nel 1924 quando Coco Chanel, su invito di Sergej Pavlovich Diaghilev (1872-1929), disegna i costumi per Le Train Bleu, di Cocteau.

Dopo questo importante debutto, nel corso del XX secolo, l’affascinante liason tra Moda e Teatro si rafforza. A partire dai primi anni Ottanta nei cartelloni delle più prestigiose compagnie d’opera e balletto compaiono i nomi dei maggiori stilisti italiani le cui straordinarie creazioni si possono oggi ammirare nel percorso dell’esposizione romana, divisa in otto sezioni.


LA MOSTRA

PRIMA SEZIONE: Moda, Teatro e Grandi interpreti
Dagli anni Ottanta del Novecento i grandi nomi della moda italiana si uniscono a quelli di registi, scenografi e, soprattutto, ai grandi interpreti internazionali del teatro: Luciano Pavarotti, Montserrat Caballè, Katia Ricciarelli, Cecilia Gasdia, Luciana Savignano, Carla Fracci, Kiri te Kanawa, Teresa Stratas, Raina Kabaivanska, Luciana Serra, Lucia Aliberti, Sesto Bruscantini.
Ogni volta che un creatore di moda si avvicina al teatro vi imprime il proprio marchio di unicità, andando oltre la ricostruzione filologica propria di un vero costumista. Lo stilista impone la propria griffe e si parla dunque de Il Flauto Magico di Gigli, della Lucia di Lammermoor di Missoni, del Capriccio e della Salomè di Versace, del Così fan Tutte di Armani.
In questa sezione si possono ammirare alcuni importanti esempi usciti dall’atelier di Gianni Versace tra cui spiccano, per il Capriccio di Strauss (in scena a San Francisco, all’Opera House, e a Londra, al Royal Opera House, nel 1990), l’abito creato per Dame Kiri te Kanava interprete della Contessa, interamente ricamato con cristalli policromi che formano motivi geometrici ispirati alle grafiche di Sonia Delaunay; e l’abito ricamato per la ballerina Luciana Savignano interprete di Eva Peron nel Patrice Chéreau, devenu danceur, règle la rencontre de Michima e Eva Péron di Béjart, presentato al Théatre de la Monnaie di Bruxelles nel 1988.
Si trovano qui esposti anche i costumi realizzati da Genny per la Ricciarelli, da Capucci per la Kabaivanska, da Missoni per Pavarotti e di Fendi per la Gasdia.

SECONDA SEZIONE: Fendi. L’opera in Pelliccia
La seconda sezione della mostra è interamente dedicata all’amore delle sorelle Fendi per l’opera lirica. L’opera si mette in pelliccia: costumi con inserti di pelliccia, manicotti, mantelle; tutta l’eleganza delle Fendi viene esibita in numerose produzioni, da Verdi a Puccini, da Mozart a Bizet, con una continuità che non ha eguali.
Uno dei vertici teatrali è rappresentato dal manto in pelliccia rosa color cipria, qui esposto, realizzato nel 1984 e indossato da Raina Kabaivanska per la Traviata di Mauro Bolognini, con i costumi di Piero Tosi, allo Sferisterio di Macerata.
L’impegno operistico più articolato di Fendi è però rappresentato dai sessantatre costumi (di cui tre esempi in mostra) realizzati per Carmen di Bizet all’Arena di Verona nel 1986, con la regia di Pier Luigi Pizzi, in una rilettura di forte impatto cromatico, essenziale e moderna. Una storia dove tutto è danza, passione, movimento e colore, una storia di vita povera e libera, dove i costumi di Fendi creano una sorprendente modernità: jeans con inserti di pelliccia in una esplosione di colori mischiati.

TERZA SEZIONE: Missoni. Dalle nebbie di Scozia alla luce di Africa
I Missoni si presentano nel 1983 al grande pubblico del Teatro alla Scala con 120 costumi disegnati per Lucia di Lammermoor di Donizetti, con regia di Pizzi. Sette di questi abiti sono esposti in mostra e rivelano una suggestiva fusione delle linee e dei materiali impiegati per i modelli con la musica e la storia dell’opera, tratta da Walter Scott, ambientata tra le nebbie di Scozia. D’altra parte, nelle esperienze teatrali, i Missoni rispettano sempre la loro essenza creativa. E così avviene nell’happening Africa di Missoni, ideato per Italia ’90. Ne possiamo ammirare i costumi in cui righe, zig-zag, geometrie primitive, espliciti riferimenti alla cultura Masai, Mali, Atuna, Dogon, Chad, Senufo, Bantù, si intrecciano a simboli artistici più colti, ispirati a Klee e alla cultura metafisica.

QUARTA SEZIONE: Roberto Capucci e le primedonne del belcanto
La sezione illustra l’attività teatrale di Roberto Capucci che nel 1986 debutta sulla scena operistica dell’Arena di Verona, con i suoi 500 metri di taffetas bianco, argento e ghiaccio, utilizzati per i 12 costumi delle vestali in sfilata solenne sulle note di Casta Diva, un omaggio a Maria Callas.
La teatralità delle creazioni di Capucci diventa segno imprescindibile delle primedonne del belcanto che indossano i suoi abiti in occasione di importanti recital. Abiti plasmati sul carattere delle interpreti, sul loro repertorio e sui loro atteggiamenti in scena: l’eleganza dell’attrice-cantante Kabaivanska, la soavità della purezza vocale della Ricciarelli, l’aerea leggerezza della Bonfadelli e la solennità della tragedienne Antonacci.
Nel 2002 vengono presentati al Teatro San Carlo di Napoli due costumi realizzati per un nuovo Capriccio di Strauss, con le scene di Arnaldo Pomodoro. June Anderson indossa nel primo atto un costume in taffetas plissé in nove toni di rosso e nel secondo atto un costume-manto in taffetas e lamé in nove sfumature dal giallo, al beige, all'oro. È questo uno dei rari casi in cui moda, teatro, arte e musica si fondono magistralmente e naturalmente viene messa in scena la capacità espressiva e comunicativa dell’abito-costume che, attraverso l’eloquenza delle stoffe, descrive un carattere, suggerisce e costruisce un personaggio femminile capace di essere unico.

QUINTA SEZIONE: Armani
Il primo impegno di Giorgio Armani come costumista teatrale risale al 1980. Per Janis Martin in Erwartung di Schönberg al Teatro alla Scala, disegna un abito-tunica bianco, segno luminoso in una scena buia e spoglia. Negli impegni teatrali successivi lo stilista lavora come puro creatore di moda, con adattamenti cromatici dei suoi abiti alle scene. Segni della sua produzione si trovano nell’Elektra di Richard Strauss per il Teatro alla Scala nel 1994, in Les Contes D'Hoffmann di Offenbach sempre per la Scala nel 1995, nel Rigoletto di Verdi alla Los Angeles Opera nel 2000 con la regia del cineasta Bruce Beresford e, soprattutto, nel Così fan Tutte di Mozart, presentata il 18 gennaio 1995 alla Royal Opera House Covent Garden di Londra e il mese seguente a Roma.
La produzione teatrale di Armani trova tuttavia il suo terreno d’elezione nella danza e nel musical com’è ben dimostrato dai costumi per Bernstein Dances di Neumeier, per Tosca Amore Disperato (2003) di Lucio Dalla, liberamente ispirata all'opera di Giacomo Puccini, e soprattutto dalla spettacolare Bata de Cola indossata da Joaquin Cortes in Joaquin Cortes Show (2002), mai esposta in Italia prima d’ora.

SESTA SEZIONE: Marras da Sogno
Le suggestioni, il mistero e la magia del teatro shakespeariano inducono Antonio Marras a creare nel 2008 i costumi, qui esposti, per il Sogno di una notte di mezza estate, allestito al Piccolo Teatro di Milano con la regia di Luca Ronconi e le scene di Margherita Palli. La storia, intrisa di libertà e fantasia, dell’amore di Titania e Oberon, di Elena, Lisandro, Ermia e Demetrio, viene trasposta da Ronconi in una sorta di scenario urbano, un bosco-città, una foresta incantata, dove i costumi dello stilista sollecitano il mondo visionario del testo, alternano il tulle oscuro delle fate e la garza bianca stropicciata dei quattro amanti, divise eleganti e, per gli elfi, un look stile vittoriano-dark.

SETTIMA SEZIONE: Il Made in Italy diventa teatro
A partire dalla metà degli anni Novanta, accanto a stilisti che mantengono una continuità nell’impegno teatrale, si registrano apparizioni solitarie, ma sorprendenti, come nel caso di Romeo Gigli che disegna nel 1995 i costumi per Die Zauberflöte di Mozart al Teatro Regio di Parma, esposti in questa sezione; in un gioco di intrecci tra colori, fogge surreali, con riferimenti al passato e a un’idea di futuro, lo stilista mette in risalto il tema della trasformazione dello spirito umano, amplificato dal movimento dei danzatori e dalla voce umana.
Nel segno di Carmen è l’esperienza teatrale di Alberta Ferretti che nel 2001 disegna 490 costumi di scena (di cui cinque magnifici esempi in mostra) per l’opera di Bizet alle terme di Caracalla a Roma, dove reinventa una Spagna essenziale, tutta giocata sui colori bianco, rosso e nero.
Il clima degli anni Venti del Novecento, con riferimenti all’art déco, alla cultura del jazz e del charleston, è rievocato invece nei costumi di Enrico Coveri per i protagonisti di Il Grande Gatsby, andato in scena nel 2000 al Teatro alla Scala e, soprattutto, nei costumi creati da Valentino per l’opera contemporanea in due atti The Dream of Valentino, presentata nel 1994 in prima mondiale al Kennedy Center di Washington DC. La storia di Rodolfo Valentino viene ripercorsa nella sua fase americana, tra il 1913 e il 1926, con creazioni che spaziano dalla rievocazione settecentesca per i costumi à la française di Monsieur Beaucaire, al modello da gaucho per la citazione del film Sangue e Arena, ai modelli femminili che rimandano alle linee e alle decorazioni tipiche degli anni Venti.

OTTAVA SEZIONE: Versace Teatro
“Il teatro è il mio vero amore...” così affermava Gianni Versace parlando della sua passione per l’opera e per la danza. Il teatro per la maison Versace è un impegno continuo, con la creazione di costumi che esprimono pienamente il trionfo del suo gusto barocco, in un’accezione di pura teatralità seicentesca. Lo sguardo di Versace si apre ad una libertà totale di inventiva e la collaborazione con Maurice Béjart, Bob Wilson, Roland Petit, John Cox, William Forsythe e Twyla Tharp gli offre la possibilità di reinventare il passato coniugandolo con il presente.
Si trovano qui riuniti capolavori assoluti, dai costumi per il balletto Josephlegende di Richard Strauss, in scena al Teatro alla Scala nel 1982, a quelli per il Don Pasquale di Gaetano Donizetti del 1984; anno in cui incontra anche il coreografo Maurice Béjart e realizza i costumi del balletto Dionysos. E soprattutto quelli creati nel 1987 per Salomé di Strauss, messa in scena da Bob Wilson al Teatro alla Scala di Milano, in cui raggiunge uno dei suoi vertici creativi: velluto, taffetas e crêpe de chine di seta, organza, raso, cordoni di fili di seta, con un chiaro omaggio a Elsa Schiaparelli, nelle fogge anni Quaranta, e a Roberto Capucci per le maniche a scatola. La regia sdoppiò i personaggi su due piani, i cantanti con modelli altamente scenografici, e i mimi e i ballerini, rivestiti da strutture che sintetizzavano lo spirito del costume principale.
Gli impegni per il teatro diventano per Versace sempre più numerosi; lavora moltissimo con Béjart, ma anche con Roland Petit e l’American Ballet Theatre. L’intreccio tra arte e moda raggiunge l’apice nel 1989 nelle invenzioni per Doktor Faustus, presentato al Teatro alla Scala con la regia di Bob Wilson: intreccio di combinazioni cromatiche e libertà informali delle linee, abiti e copricapi sculture, con segni grafici arditi, netti, ispirati alle invenzioni di Mirò.

Ogni sezione è corredata da un video con immagini tratte dalle principali rappresentazioni teatrali, in cui i costumi ideati dagli stilisti si possono vedere indossati dagli interpreti, godendo così a pieno della bellezza e dell’arte di queste creazioni nel contesto per cui sono nate.

Roma, Museo della Fondazione Roma
Città: Roma
Indirizzo: in via del Corso
Provincia: (RM)
Regione: Lazio

sabato 30 ottobre 2010

Una scultura di Ercole di Markus Lüpertz




Una scultura di Ercole di Markus Lüpertz era in sezioni il mese scorso a Düsseldorf, in Germania. Il lavoro è stato quello di essere trasportati a Gelsenkirchen.
Se il passato è un indicatore del futuro, quindi un ex carbone cittadina mineraria della Ruhr in Germania regione dovrebbero cominciare rinforzo per proteste. I suoi funzionari dovrebbero essere se stessi preparando per la pubblica condanna e la sua forza di polizia dovrebbe essere la creazione di un piano per ostacolare gli atti di vandalismo.
Markus Lüpertz sta per erigere un'altra scultura in uno spazio pubblico, e in passato il suo lavoro è stato, per dirla gentilmente, incompreso. Un pezzo è stato imbrattato con vernice e ricoperta di piume. Un altro è stato picchiato con un martello. Un altro è stato rimosso del tutto dopo manifestanti richiesto, si è da prendere in giù.
"Non importa", disse il signor Lüpertz, uno degli artisti più importanti e influenti della Germania contemporanea, che abbraccia il cliché del genio auto-dichiarato, incompreso nel suo tempo. "L'opinione generale della mia arte è che essa è stata respinta. Attribuisco questo di una mancanza di intelligenza tra la gente. "
Ora, prima di scavare ulteriormente nella nuda e cruda di vista il signor Lüpertz, prendere in considerazione ciò che i residenti della città antica miniera, Gelsenkirchen, troveranno quando si svegliano questo inverno. Sovrastante un paesaggio, una volta dominato da ciminiere e le miniere di carbone, uno-piede-alto 60 statua di Ercole sarà montato in cima ad una torre di 275 metri salendo verso il cielo. Per essere più precisi, sarà di interpretazione astratta Lüpertz Mr. di Ercole. In questo caso, l'uomo forte avrà un solo braccio, con una testa grande, naso a patata, torso e gambe esagerato rachitici che sembrano incapaci di tenere su un tale organismo.
Come sempre, il signor Lüpertz è impegnativo convegno, o come dicono i suoi ammiratori, le aspettative di confondimento.
"Questo è il motivo per cui le persone lo amano e lo odiano", ha detto un grande ammiratore, Klaus Albrecht Schröder, direttore del Museo Albertina di Vienna. "Quando si decide di fare una scultura che raffigura, diciamo Daphne, la più bella nel suo tempo, così bello che anche Apollo si innamorò, si prevede che la bellezza. Quando si ritraggono Mozart, che morì giovane, ci si aspetta un eroe della gioventù, della bellezza. E che cosa Lüpertz offre è la bruttezza della bellezza ".

London Underground | The Pleasure Seekers

G come gioco. Nomi, cose, città… animali feroci




Assemblare, Bestioline, Conservare, Disegnare… un ricchissimo Abecedario di ventisei lettere per ventisei interventi d’autore (installazioni, sculture e grafiche) sul tema del riciclaggio artistico e sul recupero dei vecchi oggetti: recupero di una memoria storica in un’ottica contemporanea, a volte un po’ ironica a volte un po’ provocatoria.

È la mostra G come gioco. Nomi, cose, città… animali feroci che si tiene dal 29 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011 al Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari in collaborazione col Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, un’esposizione singolare e originalissima che lega i temi dell’arte e della valorizzazione del patrimonio culturale, della tutela dell’ambiente e della didattica per bambini e ragazzi.

Una multiforme narrazione ideata da Mook - Carlo Nannetti e Francesca Crisafulli -, moderni esploratori in cerca di materiali “scaricati dal tempo”: trovati e raccolti in spiagge o discariche o in fabbriche e luoghi abbandonati le cose e gli oggetti trovano nuova vita – e nuovi significati - in composizioni-creature stupefacenti; assemblati e rimodellati, tagliati e incisi diventano pezzi unici nati dalla esuberante verve creativa, scherzosa e talvolta irriverente degli autori.

Le opere Mook spesso definiti giocattoli per adulti, sono capaci di creare un rapporto privato con lo spettatore, ricco di rimandi all’universo infantile e ad un presente letto in modo ironico e spiazzante. La funzionalità degli oggetti è spesso puro elemento narrativo e decorativo dell’opera, un racconto che si snoda tra le venature del legno, del vetro inciso a mano, è uno di quei rari casi in cui “sono le opere a parlare”. E a ridere distaccate.

Arte e gioco: l’attività didattica e di laboratorio al Museo. Il progetto si rivolge con particolare attenzione al mondo dell’infanzia e dei ragazzi, benché il tipo di approccio ludico-didattico sia potenzialmente rivolto ad un pubblico molto ampio, di ogni fascia d’età. L’idea è di stabilire con le fasce giovanili dei legami molto stretti affinché l’esperienza del museo e dell’apprezzamento dell’opera d’arte sia caratterizzata da momenti significativi sia sotto il profilo educativo che emotivo.

Non a caso alla mostra allestita come un percorso ludico lungo tutto il museo verranno affiancate numerose attività didattiche e di laboratorio invitando il pubblico a partecipare attivamente e reagire con prontezza agli stimoli offerti dagli artisti: l’arte e il gioco diventano veicoli privilegiati per sensibilizzare ed accrescere la conoscenza del patrimonio conservato in museo, per apprezzarlo nelle sue specificità.

Durante tutto il periodo di apertura della mostra vengono organizzati visite guidate e laboratori d’illustrazione per le scuole. Alla mostra è abbinato un concorso per le scuole in visita alla mostra: G COME…? Nomi, cose, città… animali feroci. ABECEDARIO SCUOLE. Prevede la realizzazione di un Abecedario con materiali di recupero. In palio tanti libri per i vincitori delle categorie elementari e medie classificati ai primi tre posti. I lavori selezionati faranno parte di una esposizione che si terrà alla fine dell’anno scolastico presso il Museo.

Nei fine settimana, invece, sono previste attività di animazione, laboratori di illustrazione e spettacoli per bambini e ragazzi, oltre che seminari e workshop di illustrazione per giovani e adulti.

Il progetto generale è curato da Claudia Sonego, storica dell’arte attiva nel settore della didattica dell’arte e della valorizzazione del patrimonio culturale in genere. Da tempo lavora a stretto contatto con artisti e illustratori tra i più significativi del panorama italiano ed internazionale e si occupa di editoria per ragazzi.
29 ottobre 2010 | 30 gennaio 2011

Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia (IDEA) - Direttore Stefania Massari
Organizzazione e coordinamento IDEA - Inia Pasqua Izzo
Direzione tecnica IDEA - Stefano Sestili
A cura di Claudia Sonego

Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari - Piazza Marconi, 8 Roma
orari : martedì-domenica 9:00-20:00 (lunedì chiuso)
Ingresso consentito fino a 30 minuti prima dell’orario di chiusura
fax 06.5911848 - mail: id-c@beniculturali.it

Trasalimenti 1998 antichi fondaci di Castelbasso,ultima parte.



trasalimenti arte ideato e Curato da gabriele di pietro.

sabato 23 ottobre 2010

venerdì 22 ottobre 2010

giovedì 21 ottobre 2010

Trasalimenti 2008 MARIO SCHIFANO - Artisti allo specchio



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TRASALIMENTI 1999 MOSAICO DEL 900



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TRASALIMENTI 1998 FABIO MAURI



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Gran Serata Futurista un Film di Pierluigi Terio seconda par



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TRASALIMENTI 1998 ENRICO BAJ



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Trasalimenti - Castellarte 2007 seconda di quattro parti



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Trasalimenti 2008 MARIO SCHIFANO - Artisti allo specchio



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TRASALIMENTI 1998 TITINA MASELLI



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Trasalimenti - Montone 2002 un film di Pierluigi Terio



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Trasalimenti 1998 LUCIANO FABRO



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TRASALIMENTI 1998 LICIA GALIZIA



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TRASALIMENTI 2007 DIETRO LE QUINTE



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TRASALIMENTI 1998 ILIJA SOSKIC



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TRASALIMENTI 1998 LUIGI ONTANI



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trasalimenti 2007 COLLETTIVO RAPIDO



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TRASALIMENTI 2007 ENNIO DI VINCENZO



trasalimenti arte ideato e Curato da gabriele di pietro.

Trasalimenti 2007 Marco Pellizzola



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Trasalimenti 2007 Ugo Dossi



trasalimenti arte ideato e Curato da gabriele di pietro.

Trasalimenti 2007 Paul Wiedmer



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Fiona Liberatore con Fabio Mauri



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Trasalimenti 2007 Fabio Mauri



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Trasalimenti 2007 Sean Anderson - Benjamin Anderson - IAM GALLERY



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GRAZIE A TUTTI da Trasalimenti - ROCCA CALASCIO.



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mercoledì 20 ottobre 2010

TRASALIMENTI 1998 PAVEL SCHMIDT



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Trasalimenti 2007 Pavel Schmidt



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TRASALIMENTI 1998 TULLIO CATALANO



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TRASALIMENTI 1998 LUCA MARIA PATELLA



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TRASALIMENTI 1998 HIDETOSHI NAGASAWA



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Trasalimenti e Rocca Calascio.



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CARMINE BURANA a ROCCA CALASCIO (AQ.)



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EDITH PIAF - trasalimenti - ROCCA CALASCIO (AQ.)



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Potrebbe Essere Sera - Lucio Battisti - Panella - Trasalimenti



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sabato 16 ottobre 2010

TRASALIMENTI_GRAFFITI a MOSCA.

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MOSCA - Dalla Jean-Michel Basquiat apertura mostra il Venerdì presso il Musée d'Art Moderne di Parigi, la retrospettiva di arte di strada al Museo di Arte Contemporanea, Los Angeles, nel mese di aprile, le istituzioni intellettuale in Occidente stanno aprendo le loro porte per l'arte dei graffiti. Ora Mosca sta promuovendo la forma urbana arte. La città sta diventando sempre più un palcoscenico per artisti di graffiti locali e internazionali - la creazione di un dialogo all'interno della comunità, ed evidenziando le difficoltà di sopravvivere come artista di strada nella Russia contemporanea.



Interesni Kazki
Un murale da Kiev a base di duo di artisti di graffiti, Interesni Kazki.
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Altre News Arte
."È particolarmente duro per essere un artista di graffiti in Russia", ha detto Oxana Bondarenko, un curatore che si specializza in arte di strada e vive a Parigi e Mosca. "Lo Stato investe milioni di rubli nella caccia ai graffitari e pittura sulle opere".

Secondo Sergey Glandin, un avvocato a Mosca, non esiste una legge che disciplinano specificamente l'arte di strada, ma quelli catturati facendo graffiti possono essere sanzionati ai sensi del codice penale. Nella maggior parte dei casi, questo significa un arresto e un avvertimento.

Coloro che cercano di fare arte e non vandalizzare, tuttavia, stanno iniziando a trovare più sbocchi per la loro energia creativa. "E 'ora che noi rispettiamo il valore del loro lavoro", ha detto la signora Bondarenko.

Uno dei primi sostenitori di arte di strada a Mosca è stato il kit Street Gallery, che è operativa fin dal 2008. La galleria ha creato un sito Web che permette agli artisti russi e internazionali per mostrare e vendere on-line di lavoro e organizza eventi nomadi in gallerie, spazi pop-up e le strade in tutta la capitale.

"Le nostre strade sono un pezzo di carta", ha detto Sabina Chagina, fondatore della galleria. "E 'ora sta diventando più facile organizzare disegni e arte su alcune strade", e gli artisti sono diventati lentamente dato il permesso legale di vernice su alcune pareti, ha aggiunto.

La galleria sta lavorando a un grande evento denominato "Master Flow", avrà luogo la prossima estate, che comprenderà arti interna ed esterna e performance. Da 10 a 15 locali e 5 artisti di strada internazionali saranno invitati a Mosca per creare pezzi singoli, così come contribuire a una grande composizione di collaborazione. L'evento si terrà in diverse strade, gallerie e altri spazi in tutta la città.

La signora ha detto Bondarenko eventi come questi stavano dando gli artisti una piattaforma e di sostegno che in precedenza era carente in città. Ha guidato la fatica la scorsa estate, quando nel contesto della Biennale Internazionale di Mosca per la giovane arte, ha iniziato una sezione dedicata alla street art, una prima assoluta per il paese.

Si trattava di mostra collettiva - tra installazioni, dipinti e sculture - del francese artisti di graffiti commissionati a riflettere su ciò che la Russia significa per loro oggi. "Abbiamo voluto mostrare l'ampiezza di possibilità dell'arte di strada: non atti di vandalismo, ma una forma vitale di arte all'interno di uno spazio al coperto," ha detto.

Uno degli artisti partecipanti, Zevs, che ha sede a Parigi, ha fatto un pezzo in situ di una gigantesca falce e martello su sfondo rosso che ha "liquidato" davanti al pubblico: con il gigante siringhe piene di vernice ha creato una fusione effetto del famoso simbolo, che ha detto "emana ancora una forza incredibilmente forte."

L'artista sarà presente in una mostra il prossimo mese presso il Museo Nazionale di Kiev, la "Mistetskiy Arsenal Cultura", anch'esso organizzato da Ms. Bondarenko, che porterà artisti insieme russe e internazionali.

Altri sforzi per incoraggiare la comunicazione tra artisti locali e internazionali comprendono il lancio a Mosca la scorsa estate di un libro dal gallerista parigina Magda Danysz, che rappresenta artisti di graffiti come JonOne, Quik e visto. Il libro esamina la storia del movimento dal 1960 ad oggi, e il suo lancio a Mosca è stato un modo per aggiungere la città per la "mappa street art", ha detto la signora Bondarenko.

E più tardi questo mese, un gruppo di artisti britannici come Pure Evil e DBO verrà a Mosca per esporre le proprie opere presso lo spazio d'arte Artplay dell'anca.

Fai, un artista della vecchia scuola graffiti che nel 2000 ha creato il primo equipaggio russo graffiti, RUS, dice che l'arte di strada è importante perché può mostrare la popolazione locale, voce senza censure, e può spingere gli artisti ad esprimere la propria visione. RUS fatto un nome per se stessa per essere particolarmente audace, ha detto, pittura treni regionali con illustrativi, i racconti pittorici e graffiti di ispirazione americana. "Ci sono stati catturati dalla polizia più volte," ha detto con una punta di orgoglio. (Sono stati arrestati ma rilasciato poco dopo).

Oggi, Fare è diventato un artista rispettato, ha avuto mostre personali a Mosca e all'estero, e lo scorso anno è stato finalista per il premio nazionale d'arte di Kandinsky. Alcuni dei suoi lavori più recenti si ricordano l'arte costruttivista russo e, provocatoriamente, la propaganda comunista.

Nonostante la sua ascesa, Make crede ancora che l'arte per le strade ha un impatto più forte di quello mostrato in gallerie. "E 'molto più potente rispetto a cubetti bianchi", ha detto.

Egli si concentra ora su una nuova serie di sculture di filo che ha installato in diverse strade intorno a Mosca, come telecamere di sicurezza. Attraverso questi pezzi, egli cerca di fare dichiarazioni pubbliche, ha spiegato, e la questione del governo, nonché questioni di sorveglianza e di autorità.

Il Kiev-duo basato Interesni Kazki (Interessante Fairy Tales) è un altro gruppo che ha trovato il successo in Russia. Gli artisti, Waone e AEC, sono stati coinvolti con galleria stradale di Kit, ma anche mostrare in tutto il mondo, tra cui una mostra a Lione lo scorso inverno e uno in primavera Milano il prossimo. Essi hanno fatto murales di grandi dimensioni per più di 10 anni, in ricordo delle fiabe tongue-in-cheek.

"La nostra arte non è solo per la società russa, è per tutte le persone, in tutto il mondo", ha detto Waone. Noi "non intendo un singolo messaggio. Vogliamo che ogni persona per creare il suo proprio significato. "

Hidetoshi Nagasawa_trasalimenti 1998.

arte trasalimenti ideato e curato da gabriele di pietro.

Mimmo Paladino - mosaico_Trasalimenti 1999.

arte trasalimenti ideato e curato da gabriele di pietro.

giovedì 14 ottobre 2010