giovedì 2 dicembre 2010

Alexander Calder_arte_trasalimenti


Alexander Calder e NATO NEL 1898 un Lawnton, PA e morto a New York NEL 1976. Illustre Carriera di Calder attraversato gran Parte del 20 ° Secolo, Egli e lo scultore Più acclamati e influenti del «nostro» tempo. NATO in UNA Famiglia di celebrità, also Più classico Formato artisti, Calder utilizzato il Suo genio Innovativo di Cambiare profondamente il corso dell'arte moderna. SE Ha iniziato con lo Sviluppo delle Nazioni Unite di Nuovo Metodo di scultura: da flessione e Torsione del filo, ha essenzialmente "Disegnato" tridimensionali figura Nello Spazio . Egli e Famoso per l'invenzione del Mobile, la CUI sospensione, spostare Gli Elementi astratti e di Equilibrio NEL change Armonia. Calder SI also dedicò uno ALL'APERTO tariffa scultura su grande scala in UNA LAMIERA di Acciaio imbullonate. Oggi, questi titani Maestosa Grazia Pubbliche Nelle piazze di Città di Tutto Il Mondo.





"Per merito di Calder, l'arte è tornata, nel bel mezzo della frastornante civiltà delle macchine, alle quiete sorgenti di una poetica natura minima, senza che quest'eterna matrice di ispirazione ne fosse per l'ennesima volta inutilmente plagiata. La nuova mimesi è fiorita esile come un verde stelo sul ceppo arroventato dell'era industriale ed è stata il nuovo annuncio esiodeo della magia dell'universo." Giovanni Carandente, uno dei massimi esperti di arte moderna, si è occupato dei maggiori scultori contemporanei. Di Calder ha pubblicato numerosi testi e ne è stato amico per vent'anni, dal 1956 al 1976. Nel 1968 curò la messinscena dello spettacolo Work in Progress al Teatro dell'Opera di Roma, che Calder definì "la mia vita in diciannove minuti". Nel 1983 organizzò a Torino, nel Palazzo a Vela, la più grande retrospettiva dell'artista americano, allestita da Renzo Piano. In questo libro egli aggiorna al 2008 lo stato internazionale degli studi sull'artista.














Lucrezia De Domizio Durini '' Brezza,The beautiful Wind '' comunicato stampa

Lucrezia De Domizio Durini '' Brezza,The beautiful Wind '' di YOUNGJU OH

Marino Marini_arte_trasalimenti




 Marino Marini nasce a Pistoia il 27 febbraio 1901. A sedici anni si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dedicandosi in un primo tempo al disegno e alla pittura; alla scultura si avvicina solo a partire dal 1922.

Nel 1929 si trasferisce a Milano, chiamato da Arturo Martini ad occupare la cattedra di scultura presso la Scuola d’arte di Villa Reale a Monza. Dello stesso anno è la prima importante scultura, Popolo, in terracotta, con la quale Marino si rivela al pubblico e alla critica. Nel 1931 realizza Ersilia, una scultura in legno policromo considerata una delle opere fondamentali e nel 1932 presenta a Milano la sua prima personale. La sua opera comincia ad ottenere i primi riconoscimenti importanti con la partecipazione alla
Quadriennale di Roma; alla II Quadriennale nel 1935 vince il primo premio per la scultura. Nel 1936 compare il Cavaliere, un’opera di notevole significato anche per la successiva evoluzione della ricerca, di cui Marino realizza due versioni, una in bronzo ed una in legno, ora in Vaticano. Nel 1938 incontra Mercedes Pedrazzini, che sposa nello stesso anno e che da allora chiamerà affettuosamente “Marina” quasi a sottolineare il legame che li unirà per tutta la vita.


Durante un bombardamento nel 1942 l’atelier di Marino a Monza e il suo appartamento a Milano vengono distrutti ed è costretto a rifugiarsi con la moglie nel Canton Ticino, dove continua a lavorare. Sono questi anni di esilio particolarmente importanti per l’artista: in Svizzera conosce e frequenta alcuni grandi maestri dell’arte contemporanea – Giacometti, Wotruba, Otto Bänninger, Haller, la Richier – la cui opera concorre all’approfondimento dei suoi temi e della sua ricerca.


Continua in questo periodo il ciclo delle Pomone, figure femminili simbolo di fecondità, un tema già avviato nel 1935. Con l’Arcangelo prende forma anche la serie dei Miracoli, opere che scaturiscono dall’angoscia, dal dolore, dalla distruzione che la guerra e la violenza provocano all’umanità e di cui Marino sente profondamente il peso. L’anno successivo al suo rientro in Italia (1947) sarà per lui decisivo: partecipa alla XXIV Biennale di Venezia con una sala personale e, nell’occasione, stringe profonda amicizia con Henry Moore; nello stesso periodo incontra il mercante americano Curt Valentin che lo invita negli Stati Uniti e gli organizza una grande personale a New York ed una serie di esposizioni che contribuiscono a far conoscere la sua opera nel mondo. L’arte di Marino è ormai nella più alta considerazione: nel 1952 ottiene il Gran Premio Internazionale di Scultura alla Biennale di Venezia, nel 1954 il Gran Premio Internazionale dell’Accademia dei Lincei di Roma, nel 1959 esegue la grande composizione equestre, alta ben cinque metri, destinata ad una piazza dell’Aja. Si susseguono poi numerose mostre: a Monaco, Rotterdam, Stoccolma, Copenhagen, Oslo, Helsinki – che culminano con le grandi antologiche al Kunsthaus di Zurigo nel 1962 e in Palazzo Venezia a Roma nel 1966.


Nel 1968 riceve a Göttingen la più alta onorificenza tedesca con la nomina a membro dell’Orden pour le Mérite fur Wissenschaften und Kunst.


Nel 1976 alla Nuova Pinacoteca di Monaco di Baviera gli viene dedicata una sala permanente e nel giugno del 1979 nelle sale del Palazzo Comunale di Pistoia si inaugura il Centro di Documentazione dell’Opera di Marino Marini, che raccoglie oltre i disegni e le incisioni, la grande scultura Miracolo ed altre opere di formato minore, una biblioteca specializzata, una fototeca ed una videoteca che documentano la vita e le opere dell’artista.




Marino muore a Viareggio il 6 agosto 1980.

Jannis Kounellis_arte_trasalimenti

Jannis Kounellis
(Pireo,Grecia, 1936)
Jannis Kounellis uno dei massimi protagonisti dell’Arte Povera. Il settantenne scultore greco, ormai da 50 anni stabilmente in Italia, romano d'adozione (è in Italia dal 1956), a Roma completa i suoi studi all’Accademia delle Belle Arti sotto la guida di Toti Scialoja, oggi è uno dei più noti artisti a livello mondiale,

 ha iniziato la sua lunga attività nella Roma degli anni sessanta , in pieno clima pop, e ha contribuito a far virare quell'ambiente verso un'attenzione ponderata nei confronti dei materiali, degli oggetti, della storia dell'uomo.Le prime esposizioni risalgono agli inizi degli anni ’60: una serie di tele caratterizzate da segni tipografici ingranditi, fluttuanti su superfici chiare, che perdono il loro valore di simbolo rimandando ad altri significati.E’ il periodo in cui la cultura italiana, dopo gli anni del neorealismo e dell‘impegno politico,


tenta di recuperare il ritardo causato dal provincialismo culturale che l‘aveva caratterizzata tra le due guerre mondiali, aprendo le sue frontiere e aggiornandosi sulle tendenze artistiche più avanzate. Già in questi primi lavori l’arte di Kounellis non rappresenta più, ma è, l’artista non è più imitatore ma creatore di una nuova realtà. Sulla base di questa poetica Kounellis inizia a non esporre solo dipinti, ma anche materiali prelevati direttamente dal reale: legno, frammenti industriali, animali.


E’ alla fine degli anni Sessanta, dopo la rassegna "Arte Povera + Azioni Povere" (Antichi Arsenali di Amalfi, 1968), che l’artista inizia a proporre grandi installazioni, che valorizzano elementi naturali oppure oggetti di uso quotidiano,


 utilizzando materiali e elementi, come il carbone, fuliggine, fuoco, legno o fiori. Le sue installazioni invadono lo spazio delle gallerie, lo spettatore non si trova più di fronte ma dentro l’opera, diventandone parte integrante.