La Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma riapre dopo due anni di restauri l’Aula ottagona delle Terme di Diocleziano, ai più nota come Il Planetario. Con l’occasione, lo spazio accoglie la mostra “Pietro Cascella al Planetario. I segreti del cielo” curata da Elena Pontiggia. Il binomio non è casuale. Infatti, in molti ricordano la suggestione del firmamento all'interno del Planetario che dal giorno della sua inaugurazione, il 28 ottobre 1928, detenne a lungo il primato di più grande d’Europa, grazie all’ampia maglia artificiale della calotta, sorretta da snelle colonnine in ghisa, e al proiettore Zeiss, lo straordinario macchinario donato dalla Germania all’Italia a parziale riparazione dei danni della prima guerra mondiale.
Oggi vengono esposte 16 opere dello scultore scomparso nel maggio del 2008 che citano, tutte, il tema del cielo. “Sole, luna, meteore, volte celesti, costellazioni, astri ricorrono continuamente nella sua scultura, con valenze insieme complementari e antitetiche. Ci appaiono come elementi della natura e come presenze che la oltrepassano, come fonti di energia e come motivi di contemplazione, come figure circoscritte e come segni dell’infinito, come ricordi di imprese spaziali e come luoghi del mistero, come oggetto della scienza e come origine del mito”, scrive Elena Pontiggia.
Marmi, bronzi, gessi e travertino si ritrovano sotto la cupola della Rotunda Diocletiani o aula ottagona - cosiddetta per la forma della sua pianta, quadrata all'esterno ma ottagonale all'interno, raccordata da nicchie semicircolari angolari. La cupola è un mirabile esempio delle conquiste dell'architettura romana nella sua forma ad ombrello e anello di chiusura centrale. Il consolidamento e il restauro condotto dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, mirato alla messa in sicurezza del complesso, ha restituito la consistenza e la coesione alle strutture antiche. Una micro sabbiatura a pressione controllata sull’intradosso della cupola ha asportato lo strato resinoso superficiale che impediva la traspirazione della muratura e ha messo in evidenza l’originaria tessitura muraria e le costolature della calotta antica, offrendo al pubblico un’immagine rinnovata dell’ambiente termale.
Sotto questa copertura, che in occasione della mostra verrà illuminata di blu per sottolineare la sinergia tra la cupola e le opere, ben si esalta il tema dell’universo che per Cascella ha sempre avuto una rilevanza particolare e, più in particolare, nelle sculture esposte. Lui stesso definiva “interrogazione cosmica” le tante opere in cui aveva affrontato quel soggetto. “I grandi scultori, quelli dell’antichità, del passato, erano come i maghi, parlavano con lo spazio, con l’immensità, con il mistero. Queste sono le ragioni della scultura”, ha detto una volta l’artista, parlando degli antichi, ma rivelando molto anche della propria ricerca.
L’allestimento della mostra, realizzato dallo Studio di Architettura Andrea Mandara con le opere che si irradiano nel perimetro ottagonale dell’aula, beneficia del nuovo progetto illluminotecnico dello Studio Piero Castiglioni, con Alessandro Grassia. L’illuminazione, che sarà permanente, è stata pensata per far apprezzare i recenti restauri, senza tralasciare una ricerca specifica per la mostra. A questo scopo, all’impianto fisso sono stati aggiunti dei filtri blu per rievocare la volta celeste, lasciando in penombra lo spazio circostante e puntare in maniera decisa sulle opere, come stelle del firmamento. Nel complessivo progetto di valorizzazione dell’Aula ottagona, non si è trascurata l’illuminazione del portale d’ingresso che ha dismesso le vecchie luci gialle per restituire i veri colori dei materiali con una decisa luce bianca. Ancora il blu, invece, per il fornice dell’arcata d’ingresso che anticipa ed introduce alla mostra.
Per tutto il periodo della mostra, in via sperimentale il Comune di Roma ha consentito alla chiusura al traffico di via Giuseppe Romita di fronte all’ingresso dell’Aula ottagona. Inoltre, il servizio giardini ha provveduto alla potatura degli alberi per consentire una migliore illuminazione della facciata.
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