Leonardo fa ingresso nel palazzo provinciale
Pescara – LA GIOCONDA NUDA, UN ECCEZIONALE EVENTO CULTURALE E ARTISTICO – Il palazzo della Provincia ospitera’ nei prossimi giorni, dal 10 agosto, il quadro di Leonardo Da Vinci “L’enigma della Gioconda nuda”, nonche’ il “Trattato della pittura”, sempre di Leonardo. Ad annunciarlo sono il vice presidente della Provincia di Pescara, Fabrizio Rapposelli, e VINCENZO CENTORAME, presidente della FONDAZIONE MICHETTI, i quali parlano di “una iniziativa di eccezionale importanza culturale, frutto della collaborazione tra l’amministrazione provinciale di Pescara e la Fondazione”. La Gioconda nuda di Palazzo Primoli – si legge in una nota – e’ stata letteralmente “intercettata” in attesa che nel prossimo mese di ottobre prenda il volo per il Giappone dove restera’ un anno. Si tratta della seconda volta che l’opera esce dalla sua sede naturale, dopo una mostra a Vinci.
Di rilevante interesse anche il Trattato della pittura, gia’ esposto ad Atene in occasione delle Olimpiadi, a Berna, nel Palazzo Ducale di Urbino e adesso per la prima volta in Abruzzo. Nell’esposizione saranno presenti altre rarita’ iconografiche e bibliografiche. La mostra sara’ caratterizzata anche da un chiaro intento didattico. Una anteprima per la stampa e’ prevista per martedi’i’ 9 agosto, alle ore 11, nella sala della Figlia di Iorio della Provincia di Pescara, in piazza Italia. L’enigma della vera identità della Gioconda continua a turbare i sonni di storici dell’arte, scienziati e semplici appassionati. L’ultima ipotesi in ordine di tempo è stata formulata dall’ esperto di iconologia Renzo Manetti, già autore di studi sulla controversa opera di Leonardo, nel saggio «Il velo della Gioconda. Leonardo segreto».
Secondo Manetti, Leonardo ritrasse due versioni della Gioconda, una delle quali appariva nuda e sarebbe andata scomparsa. I due ritratti di Monna Lisa avrebbero dovuto costituire un dittico dedicato a Venere. «Anche se il dipinto è andato perduto», spiega Manetti, «esistono almeno una decina tra riproduzioni e opere di analogo soggetto, eseguite da allievi e discepoli, che ci permettono di ricostruire l’originale». In effetti esiste un un dipinto – straordinariamente somigliante all’originale – come la Monna Vanna del Salaino, allievo di Leonardo (nell’immagine).
Secondo Manetti, Leonardo ritrasse due versioni della Gioconda, una delle quali appariva nuda e sarebbe andata scomparsa. I due ritratti di Monna Lisa avrebbero dovuto costituire un dittico dedicato a Venere. «Anche se il dipinto è andato perduto», spiega Manetti, «esistono almeno una decina tra riproduzioni e opere di analogo soggetto, eseguite da allievi e discepoli, che ci permettono di ricostruire l’originale». In effetti esiste un un dipinto – straordinariamente somigliante all’originale – come la Monna Vanna del Salaino, allievo di Leonardo (nell’immagine).
fonte:inAbruzzo.it