martedì 9 novembre 2010
Sunday - June 27 DeMedeiros CL: Extraordinaire Artiste
trasalimenti ideato Arte e Curato da Gabriele Di Pietro.
Giulio Paolini. Luci di Artista. Torino Natale 2009
Mario Schifano pittore..
A dieci anni dalla scomparsa dell'artista romano, un film e un libro celebrano la sua arte raccontando la sua vita, attraverso le parole raccontato da chi lo ha conosciuto, amato, criticato e ammirato
(13 febbraio 2008) Migliaia di quadri, centinaia di ore di videoregistrazioni, fotografie, lungometraggi e persino un disco, l'introvabile Le stelle di Mario Schifano: non c'è campo della comunicazione che Mario Schifano non abbia esplorato nel corso della sua quarantennale carriera artistica. Curioso e istintivamente attratto dalla tecnologia, fu tra i primi artisti in Italia ad avere un personale sito internet; si professava infantile (Io sono infantile è il titolo di un suo celebre quadro) ma non esitava a dire la sua in materia di politica e impegno sociale, il tutto innaffiato da una buona dose di ironia.
A giugno, una retrospettiva su Mario Schifano è prevista alla GNAM di Roma; ma se sono le tele a parlare del suo percorso artistico, a dieci anni dalla morte un film e un libro raccontano l'uomo. Mario Schifano, tutto, diretto da Luca Ronchi, amico e collaboratore di Schifano per vent'anni, è quasi un'autobiografia postuma del pittore. Il film, prodotto da Camilla Nesbitt e Pietro Valsecchi, raccoglie spezzoni di interviste e videoclip provenienti dall'archivio personale di Schifano uniti alle testimonianze di persone a lui vicine, dalla moglie Monica De Bei ad Achille Bonito Oliva, dal gallerista Emilio Mazzoli a Marianne Faithfull, che, leggenda narra, Schifano soffiò da sotto al naso a Mick Jagger, il quale reagì al cuore spezzato scrivendo la canzone Wild Horses.
Nel film molte preziose immagini del pittore al lavoro, incluse le videoregistrazioni dello schermo televisivo che Schifano poi usava per le sue opere: interrompeva sul frame che lo interessava, lo fotografava, poi stampava il negativo su tela emulsionata e lo dipingeva. C'è Schifano che parla di Schifano, dei suoi inizi come aiuto restauratore al Museo Etrusco di Valle Giulia e la scuola di piazza del Popolo, fino al periodo newyorchese, quando esponeva in compagnia dei grandi della pop art americana, Rauschemberg, Warhol, Lichtenstein. E accanto, l'intimità familiare, l'amatissimo figlio Marco ritratto e seguito ovunque, al mare, mentre pasticcia con i colori nello studio del padre, mentre si rotola sul tappeto.
Ne risulta un ritratto sincero di Mario Schifano uomo e artista; soprattutto se ne coglie lo sguardo ironico e disincantato su tutto, l'arte, i soldi, la droga, i media. Accanto al film, Mario Schifano, approssimativamente raccoglie invece in forma di libro contributi di critici, collaboratori e amici, lo stesso Luca Ronchi, Alberto Moravia, Furio Colombo. "La mia maniera è guardare – si legge in un'intervista al pittore – le cose sono tutte diverse fra loro, e io voglio rappresentarle nella loro diversità. Non amo la psicologia, o i quadri che parlano di una psicologia. Né amo la psicologia dell'artista". Claudia Spiti.
Mario Schifano tutto
Regia di Luca Ronchi
DVD + libro
Giangiacomo Feltrinelli Editore, collana Real Cinema
(13 febbraio 2008) Migliaia di quadri, centinaia di ore di videoregistrazioni, fotografie, lungometraggi e persino un disco, l'introvabile Le stelle di Mario Schifano: non c'è campo della comunicazione che Mario Schifano non abbia esplorato nel corso della sua quarantennale carriera artistica. Curioso e istintivamente attratto dalla tecnologia, fu tra i primi artisti in Italia ad avere un personale sito internet; si professava infantile (Io sono infantile è il titolo di un suo celebre quadro) ma non esitava a dire la sua in materia di politica e impegno sociale, il tutto innaffiato da una buona dose di ironia.
A giugno, una retrospettiva su Mario Schifano è prevista alla GNAM di Roma; ma se sono le tele a parlare del suo percorso artistico, a dieci anni dalla morte un film e un libro raccontano l'uomo. Mario Schifano, tutto, diretto da Luca Ronchi, amico e collaboratore di Schifano per vent'anni, è quasi un'autobiografia postuma del pittore. Il film, prodotto da Camilla Nesbitt e Pietro Valsecchi, raccoglie spezzoni di interviste e videoclip provenienti dall'archivio personale di Schifano uniti alle testimonianze di persone a lui vicine, dalla moglie Monica De Bei ad Achille Bonito Oliva, dal gallerista Emilio Mazzoli a Marianne Faithfull, che, leggenda narra, Schifano soffiò da sotto al naso a Mick Jagger, il quale reagì al cuore spezzato scrivendo la canzone Wild Horses.
Nel film molte preziose immagini del pittore al lavoro, incluse le videoregistrazioni dello schermo televisivo che Schifano poi usava per le sue opere: interrompeva sul frame che lo interessava, lo fotografava, poi stampava il negativo su tela emulsionata e lo dipingeva. C'è Schifano che parla di Schifano, dei suoi inizi come aiuto restauratore al Museo Etrusco di Valle Giulia e la scuola di piazza del Popolo, fino al periodo newyorchese, quando esponeva in compagnia dei grandi della pop art americana, Rauschemberg, Warhol, Lichtenstein. E accanto, l'intimità familiare, l'amatissimo figlio Marco ritratto e seguito ovunque, al mare, mentre pasticcia con i colori nello studio del padre, mentre si rotola sul tappeto.
Ne risulta un ritratto sincero di Mario Schifano uomo e artista; soprattutto se ne coglie lo sguardo ironico e disincantato su tutto, l'arte, i soldi, la droga, i media. Accanto al film, Mario Schifano, approssimativamente raccoglie invece in forma di libro contributi di critici, collaboratori e amici, lo stesso Luca Ronchi, Alberto Moravia, Furio Colombo. "La mia maniera è guardare – si legge in un'intervista al pittore – le cose sono tutte diverse fra loro, e io voglio rappresentarle nella loro diversità. Non amo la psicologia, o i quadri che parlano di una psicologia. Né amo la psicologia dell'artista". Claudia Spiti.
Mario Schifano tutto
Regia di Luca Ronchi
DVD + libro
Giangiacomo Feltrinelli Editore, collana Real Cinema
Tano Festa:Popolare,non Pop
Tano Festa: popolare, non pop A ncora adesso lo definiscono uno dei maggiori esponenti della Pop art italiana. Ma lui, Tano Festa (Roma, 1938-88), smentiva quest' affermazione quando poteva, o ne aveva voglia. «Quella che noi facciamo è un' arte popolare, non pop», diceva, ancora, un anno prima di morire, ucciso dalla cirrosi cronica, da continue emorragie e dalla gotta. Gli americani erano pop perché raffiguravano oggetti di consumo veri; gli italiani erano popolari perché consumavano l' arte con le eccitazioni. Per Festa da Michelangelo. Per Schifano, altro compagno di strada, da Leonardo. Citazioni michelangiolesche dal Giudizio universale ce ne sono parecchie in questa mostra, che raggruppa 43 opere, di cui molte provengono da una collezione privata e vengono esposte per la prima volta al pubblico: tre cardinali, due quadri stretti e lunghi da Michelangelo, tre rappresentazioni di animali (un dromedario, un elefante ed una coppia di conigli). Ci sono anche due Persiane («E' un oggetto che mi perseguita - diceva Festa - di Biennale in Biennale»), Paesaggi, Coriandoli, Don Chisciotte, i Guardiani del Castello, oltre i «da Michelangelo». E' una bella mostra, tardivo riconoscimento per le qualità del pittore, spesso ubriaco e pazzerellone, che barattava i suoi quadri per poche lire o per qualche bottiglia (un suo collezionista era stato il barone Franchetti), ma grande artista e poeta, come Sandro Penna, di cui era amico. Giosetta Fioroni, che stava nel gruppo con Angeli e Schifano, ricorda una poesia: Festa si descriveva come un veliero orgoglioso, infilatosi nella sabbia e che non si muove più. Roberto Tabozzi
Dame e donne longobarde.La società femminile della necropoli di Romans.
Sabato 23 novembre, alle ore 11.00, grazie alla pluriennale sinergia instaurata tra il Comune di Romans d'Isonzo e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, verrà riaperta la sala espositiva dei Longobardi, ospitata presso la sede municipale, con l'inaugurazione della mostra "Dame e donne longobarde. La società femminile della necropoli di Romans" che si affiancherà ed integrerà la precedente mostra "I guerrieri di San Giorgio" dedicata alla visione del mondo maschile in armi.
L'esposizione offrirà all'attenzione del pubblico un gruppo di corredi femminili indicatori di diversi stati sociali e appartenenti a più fasce cronologiche: in particolare, tornerà a Romans la donna della tomba 97, rinvenuta nel 1988 e concessa in prestito dal Museo Archeologico Nazionale di Cividale e saranno esposti anche insiemi corredali di recentissimo ritrovamento. Ed è proprio dalle sepolture venute alla luce durante l'ultima campagna di scavo, condotta nel 2007 a Romans, che proviene l'anello di bronzo, graficamente reinterpretato quale logo dell'iniziativa.
Ulteriore aspetto di notevole interesse e importanza sarà rappresentato dall'esposizione di due corredi rinvenuti nella necropoli di Villanova di Farra, territorialmente vicina a Romans, necropoli attiva a partire dal II sec. d.C. quale luogo di sepoltura di una comunità ben radicata nel territorio, che nel VI sec. accolse e integrò genti di stirpe longobarda. In questo modo sarà, infatti, possibile esaminare due situazioni ad un tempo parallele e divergenti: da un lato quella di Villanova, una comunità in cambiamento, dall'altro quella di Romans, una comunità nuova che iniziò il suo cammino nel 568 d.C.
Data Inizio:13 novembre 2010
Data Fine: 15 aprile 2012
Costo del biglietto: gratuito; Per informazioni 0481/966904-903
Prenotazione: Facoltativa; Telefono prenotazioni: 0481/966904-903
Luogo: Romans d'Isonzo, Municipio di Romans d'Isonzo
Orario: lunedì e mercoledì dalle 11.00 alle 13.30 e dalle 16.00 alle 18.00; martedì, giovedì e venerdì dalle
Telefono: 0481-966911
E-mail: info@comune.romans.go.it
Romans d'Isonzo, Municipio di Romans d'Isonzo
Città: Romans d'Isonzo
Indirizzo: Via La Centa 6
Provincia: (GO)
Regione: Friuli-Venezia Giulia
Telefono: 0481-966911
E-mail: info@comune.romans.go.it
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