Richard Prince è nato nel 1949 nella zona del Canale di Panama e vive e lavora a New York. Estrazione immagini da mass media, della pubblicità e di intrattenimento dal fine degli anni settanta, il principe ha ridefinito il concetto di paternità, proprietà, e l'aura. Applicando la sua comprensione delle operazioni complesse di rappresentazione al fare arte, ha sviluppato una firma unica piena di echi di altre firme che ancora è senza dubbio la sua. Un appassionato collezionista e cronista percettive di sottoculture americane e vernacoli e il loro ruolo nella costruzione dell'identità americana, ha sondato le profondità del razzismo, del sessismo, e psicosi in umore generale; lo status mitico dei cowboys, motociclisti, auto personalizzate e celebrità e, più recentemente, il fascino push-pull di pulp fiction e porno soft, la produzione di tali icone improbabili come i dipinti molto ambita Nurse.
giovedì 31 marzo 2011
martedì 29 marzo 2011
Joseph Beuys - Difesa della natura - Zurigo
sabato 26 marzo 2011
INQUADRARE IL MODERNO. Architettura e fotografia in Italia 1926-1965.
inaugurazione mercoledì 23 marzo 2011 - ore 18.30
apertura al pubblico: 24 marzo - 22 maggio 2011
apertura al pubblico: 24 marzo - 22 maggio 2011
Nata in collaborazione con il Royal Institute of British Architects (RIBA) di Londra, che nel 2010 ha premiato Zaha Hadid per il MAXXI, il 24 marzo apre al pubblico la mostra INQUADRARE IL MODERNO. Architettura e fotografia in Italia 1926 – 1965, curata da Robert Elwall e Valeria Carullo.
Un viaggio che racconta 40 anni di architettura italiana, attraverso l’evoluzione della visione fotografica: dall’immagine del Lingotto di Torino dei primi anni Venti, icona del Movimento Moderno Italiano, a quella del Palazzo dello sport a Roma di Pier Luigi Nervi, degli anni Sessanta.
Con oltre 100 foto d’epoca provenienti dalle raccolte del RIBA e curata dalla British Architectural Library Photographs Collection, la mostra indaga come la fotografia abbia documentato e influenzato lo sviluppo dell’architettura italiana, soprattutto a partire dalla seconda metà degli anni Venti, nel periodo del Movimento Moderno, quando le due discipline attivarono uno scambio reciproco di influenze senza precedenti.
In mostra i lavori di oltre 60 fotografi: da quelli locali per lo più anonimi, ai professionisti specializzati che lavoravano per architetti e riviste, agli stessi architetti che producevano scatti amatoriali, fino ai fotografi stranieri il cui lavoro fu fondamentale per il riconoscimento dell’architettura italiana all’estero.
LA MOSTRA (MAXXI, SALA CARLO SCARPA)
Allestita nella sala Carlo Scarpa, con il coordinamento di Francesca Fabiani, la mostra espone le immagini di una vasta gamma di tipologie di edifici fra cui il Foro Mussolini di Enrico del Debbio, Roma (1929); la Stazione Santa Maria Novella, Firenze (1935) di Giovanni Michelucci le aerorimesse di Pier Luigi Nervi come quella di Orbetello (1940); la Torre Velasca di BBPR, Milano (1957).
Una sezione è dedicata alle fotografie scattate dagli architetti Giovanni Michelucci (1891-1990), Giuseppe Pagano (1890-1945) - influente direttore di Casabella - e Carlo Mollino (1905-1973), certamente da considerare tra gli scatti più innovativi dell’epoca. Grande spontaneità, dinamismo e una più sentita adesione allo stile della Nuova Fotografia, li portano ad esplorare non solo gli edifici ma anche la natura e il patrimonio architettonico italiano.
In mostra i lavori di fotografi specializzati come Mario Crimella e Gino Barsotti, che lavoravano su commissione per architetti e riviste, fotografi stranieri in visita come G.E. Kidder Smith, il cui libro Italy Builds (1955) fu strumentale allo sviluppo di un più ampio riconoscimento dell’architettura italiana all’estero. L’Italia del dopoguerra è presente nelle immagini di Giorgio Casali e Oscar Savio, fotografi ufficiali delle riviste di architettura, che documentano la ricostruzione del Paese e nel lavoro dei
fotografi d’oltremare tra i quali gli architetti inglesi Bryan e Norman Westwood, Hubert de Cronin Hastings che ha evidenziato le virtù dei paesaggi urbani italiani come modello per gli architetti britannici nel suo eccentrico Italian Townscape (1963).
Una sezione specifica illustra il ruolo giocato dalla fotografia, nei libri e nelle riviste come Domus e Casabella, con una straordinaria esplorazione visiva dell’architettura moderna italiana.
Le fotografie in mostra dimostrano come a partire dagli Anni Trenta diventi fondamentale la descrizione dello spazio, la trasparenza e l’esaltazione delle superfici spoglie. Con l’utilizzo di materiali innovativi come l’acciaio, il cemento, il vetro e il cromo, gli architetti moderni offrono ai fotografi nuove possibilità espressive, come nel caso delle immagini notturne, favorite dall’impiego dell’illuminazione artificiale a neon.
“Grazie alla fotografia – afferma Margherita Guccione, direttore del MAXXI Architettura – l’architettura italiana è stato oggetto di interesse e di un particolare riconoscimento della critica e del pubblico internazionale. La mostra documenta lo stretto legame e il rapporto vitale, ancora oggi in atto, tra architettura e fotografia, che costituisce infatti uno specifico settore delle collezioni del museo”
orario di apertura: 11.00 – 19.00
giovedì e sabato: 11.00 – 22.00
giorni di chiusura: chiuso il lunedì, il 1° maggio e il 25 dicembre
Redattore: RENZO DE SIMONE
Informazioni Evento:
Data Inizio:23 marzo 2011
Data Fine: 22 maggio 2011
Luogo: Roma, MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Telefono: 06.399.67.350
E-mail: mailto:info@fondazionemaxxi.it
Sito Web: http://www.fondazionemaxxi.it/
venerdì 25 marzo 2011
Anni Sessanta - Settanta: il corpo come linguaggio
Negli anni della liberazione sessuale e della contestazione, dei grandi concerti di Woodstock e dell'Isola di Wight, del living theatre, del teatro di Grotowsky, dell'Odin Teatret, il mondo dell'arte volge la sua attenzione al tema del corpo. Anche nel campo della fotografia le ricerche sul corpo, spesso di stampo sperimentale, si intensificano. In mostra fotografie di Gabriele Basilico, David Bailey, Gunter Brus, Maurizio Buscarino, Eugenio Carmi, Carla Cerati, Paolo Gioli, Guido Guidi, Les Krims, Paola Mattioli, Floris Neususs, Christian Vogt scelte dalle collezioni del Museo.
Promosso da Museo di Fotografia Contemporanea
Redattore: ELOISA MONTAGNA
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Informazioni Evento:
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Data Inizio:26 marzo 2011
Data Fine: 11 settembre 2011
Prenotazione: Nessuna
Luogo: Cinisello Balsamo, Museo di Fotografia Contemporanea
Orario: 15.00-19.00 Merc-Ven; 11.00-19.00 Sab-Dom
Telefono: 02 6605661
Fax: 02 6181201
E-mail: info@mufoco.org
Sito Web: http://www.mufoco.org/
Promosso da Museo di Fotografia Contemporanea
Redattore: ELOISA MONTAGNA
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Informazioni Evento:
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Data Inizio:26 marzo 2011
Data Fine: 11 settembre 2011
Prenotazione: Nessuna
Luogo: Cinisello Balsamo, Museo di Fotografia Contemporanea
Orario: 15.00-19.00 Merc-Ven; 11.00-19.00 Sab-Dom
Telefono: 02 6605661
Fax: 02 6181201
E-mail: info@mufoco.org
Sito Web: http://www.mufoco.org/
giovedì 24 marzo 2011
L'arte di Mariano Moroni
arte trasalimenti ideato e curato da gabriele di pietro.
martedì 22 marzo 2011
Rudolf Stingel_arte_trasalimenti
Rudolf Stingel was born in 1956 in Merano, Italy. Recent solo exhibitions include his mid-career retrospective at the Museum of Contemporary Art, Chicago, 2007 (traveled to the Whitney Museum of American Art, New York) and “LIVE” at the Neue Nationalgalerie, Berlin (2010).
His work has been included in numerous group shows including “Day for Night: Whitney Biennial”, Whitney Museum of American Art, New York (2006); “Life on Mars, 55th Carnegie International”, Carnegie Museum of Art, Pittsburgh, PA (2008) and “Mapping the Studio: Artists from the François Pinault Collection”, Punta della Dogana and Palazzo Grassi, Venice (2009).
His work has been included in numerous group shows including “Day for Night: Whitney Biennial”, Whitney Museum of American Art, New York (2006); “Life on Mars, 55th Carnegie International”, Carnegie Museum of Art, Pittsburgh, PA (2008) and “Mapping the Studio: Artists from the François Pinault Collection”, Punta della Dogana and Palazzo Grassi, Venice (2009).
sabato 19 marzo 2011
James Franco_arte_trasalimenti
James Franco was born in Palo Alto, California in 1978.
He obtained a BA from the University of California, Los Angeles and an MFA in Creative Writing at Columbia University.
He is currently enrolled in the Digital Media Department at the Rhode Island School of Design. An acclaimed actor, Franco is also actively engaged in performance art, painting, video, and installation art.
He has exhibited at the Museum of Contemporary Art, Los Angeles, Clocktower Gallery, New York, and Peres Projects, Berlin.
He obtained a BA from the University of California, Los Angeles and an MFA in Creative Writing at Columbia University.
He is currently enrolled in the Digital Media Department at the Rhode Island School of Design. An acclaimed actor, Franco is also actively engaged in performance art, painting, video, and installation art.
He has exhibited at the Museum of Contemporary Art, Los Angeles, Clocktower Gallery, New York, and Peres Projects, Berlin.
mercoledì 16 marzo 2011
La Belle Epoque
Oltre 120 opere per una rassegna monografica e tematica al tempo stesso, che presenta 60 capolavori del pittore ferrarese a fianco di 60 opere dei più importanti artisti di fine Ottocento italiano, da De Nittis a Corcos, da Zandomeneghi a Signorini, in grado di ripercorrere l’evoluzione del gusto pittorico che rappresentò quel felice periodo storico conosciuto come Belle Époque.
Sette anni di successi e oltre 600.000 visitatori hanno fatto di Como uno dei centri espositivi più importanti d’Italia. Dopo gli appuntamenti dedicati, tra gli altri, a Miró, Picasso, Magritte, agli Impressionisti, a Klimt e Schiele, e a Rubens, dal 26 marzo al 24 luglio 2011, le sale della settecentesca Villa Olmo si aprono ai capolavori di Giovanni Boldini e ad altri straordinari artisti italiani, da Giuseppe De Nittis, sublime interprete di un’eleganza raffinata e metropolitana, a Federico Zandomeneghi, le cui tensioni introspettive sono vicine all’impressionismo francese, a Vittorio Corcos, che porta sulla tela il magnetismo senza tempo dell’universo femminile.
La mostra, curata da Sergio Gaddi, assessore alla cultura del Comune di Como, e da Tiziano Panconi, fra i maggiori esperti della pittura italiana dell’800, è ideata e prodotta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lombardia e con il sostegno di Unicredit in qualità di main sponsor.
Se da un lato i 60 capolavori di Giovanni Boldini, come Mademoiselle De Nemidoff (1908), Berthe che legge la dedica su un ventaglio in piedi nel salotto, Nudo di giovane donna semisdraiata (1863), Femme au gants (1888), Ritratto di Emiliana Concha de Ossa (1901), permettono di gettare una luce sull’attività internazionale di uno degli indiscussi protagonisti dell’arte italiana ed europea di fine ‘800-inizi ‘900, dall’altro, le 60 opere dei più importanti artisti di fine Ottocento italiano, consentiranno di ripercorrere, a livello figurativo, l’evoluzione del gusto pittorico che si diffuse in tutta Europa e che rappresentò i cambiamenti di questo nuovo mondo, nei suoi aspetti estetici più peculiari, dall’emancipazione dell’individuo alla crescita della consapevolezza femminile.
Redattore: RENZO DE SIMONE
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Informazioni Evento:
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Data Inizio:26 marzo 2011
Data Fine: 24 luglio 2011
Costo del biglietto: 10,00 euro
Luogo: Como, Villa Olmo
Orario: da martedì a giovedì: 9 -20; da venerdì a domenica: 9 -22 ; lunedì chiuso
Telefono: 031 571979
mercoledì 9 marzo 2011
Alberto Di Fabio_arte_trasalimenti
Gagosian Gallery è lieta di presentare una mostra di dipinti recenti e opere su carta di Alberto Di Fabio. Questa è la sua prima mostra personale di Atene.
lavoro di Di Fabio interseca i mondi dell'arte e della scienza con i temi della biologia, ecologia e natura. Le opere in precedenza in questo gruppo di esplorare le strutture del corpo umano e il cervello. Le immagini sono microscopiche la loro attenzione, il che implica schemi biologici, strutture cellulari, flora, ecosistemi, e la ricerca farmacologica. Di Fabio osserva come la capacità della mente umana di informazioni sembra amplificato a causa dei mezzi crescente delle comunicazioni che saturano la nostra vita quotidiana, e ci invita a riconsiderare il corpo nelle sue funzioni più essenziali - porre domande su scienza ed estetica, vita e arte.
Durante tutta la sua immagini astratte, Di Fabio ha sviluppato e ampliato il suo interesse per il mondo naturale. Egli sovrappone strati di immagini tratte da riferimenti scientifici e medici e li filtra attraverso le proprie riflessioni, ampliando le indicazioni e l'aggiunta di dettagli immaginato. Nel suo ultimo lavoro, indaga l'essere umano fascino perenne del rapporto tra l'arte e il cosmo, affrontando le leggi che regolano il caos nell'universo, come la teoria della relatività e teoria quantistica. In NeuroNE Blue (2.009), egli diagrammi i segnali chimici che vengono trasmessi attraverso le sinapsi per rappresentare il sistema sensoriale umana, mentre alludendo alla cosmologia dei cieli. Di Fabio cita gli antichi filosofi greci Anassimandro, uno dei primi sostenitori della scienza e lo studio delle stelle, pianeti e galassie, e Democrito, che ha inventato una teoria atomica dell'universo, come ispirazioni.
Le sue opere senza titolo su carta continuare la sua dedizione alla forma organica, l'oggetto e di processo. Applicando acrilico su carta cinese, archi luminosi sparare attraverso la pagina mentre i modelli di creare effetti caleidoscopici allover vertiginosa.
Alberto Di Fabio è nato ad Avezzano in 1.966, e ha studiato presso l'Accademia delle Belle Arti, Roma. mostre recenti includono "Cosmospolitan", Almada, Londra e "Elevazioni e permutazioni," Pardes Laboratorio Ricerca Arte Contemporanea, Mirano, Venezia. Nel 2010, Alberto Di Fabio è stato assegnato il "Dante Ruffini eun Maddalena Rettirosso" premio, fondato dal professor astrofisico Remo Ruffini, alla 61 ª Fondazione Michetti per il suo Sinapsi e Galassie pittura (2008).
Di Fabio vive e lavora tra Roma e NewYork
Per informazioni si prega di contattare Christina Papadopoulou a cpapa@gagosian.com O +30.210.36.40.215.
lunedì 7 marzo 2011
Tamara de Lempicka.La regina del moderno
inaugurazione giovedì 10 marzo 2011 dalle ore 18.30 alle ore 20.30
Inizia con la mostra ''Tamara de Lempicka. La regina del moderno'' il nuovo anno espositivo del Complesso Monumentale del Vittoriano di Roma. Dall'11 marzo al 3 luglio, Tamara de Lempicka l'artista piu' nota e amata del periodo De'co, simbolo delle istanze moderniste degli anni Venti e Trenta, viene presentata per la prima volta in questa mostra, a cura di Gioia Mori, attraverso un confronto diretto tra le sue opere e quelle dei suoi contemporanei.
Abituata a conversare in lingue diverse, la Lempicka ''parla'' con la stessa disinvoltura un esperanto artistico, mischiando linguaggi figurativi di varie correnti e radici: cubo-futurismo russo e francese, ''ritorno all'ordine'' italiano, ''realismo magico'' tedesco, ''realismo'' polacco. Una babele di elementi rielaborati in modo geniale fino a creare una ''lingua'' nuova, autonoma e individuale, dai caratteri accattivanti.
Pittrice cosmopolita e icona dell’Art déco, Tamara de Lempicka ha creato immagini che sono diventate il simbolo di un’epoca, “i folli” anni Venti e Trenta di cui diventa la più brillante interprete, introducendo nei suoi dipinti i simboli della modernità e rappresentando la donna emancipata, libera, indipendente e trasgressiva.
Considerando la vita come un’opera d’arte e sostenuta da una volontà ferrea di affermazione, Tamara coltiva il suo talento artistico, ma anche costruisce con cura la propria immagine di donna elegante e sofisticata, divenendo presto la protagonista stravagante della mondanità europea.
Inizia con la mostra ''Tamara de Lempicka. La regina del moderno'' il nuovo anno espositivo del Complesso Monumentale del Vittoriano di Roma. Dall'11 marzo al 3 luglio, Tamara de Lempicka l'artista piu' nota e amata del periodo De'co, simbolo delle istanze moderniste degli anni Venti e Trenta, viene presentata per la prima volta in questa mostra, a cura di Gioia Mori, attraverso un confronto diretto tra le sue opere e quelle dei suoi contemporanei.
Abituata a conversare in lingue diverse, la Lempicka ''parla'' con la stessa disinvoltura un esperanto artistico, mischiando linguaggi figurativi di varie correnti e radici: cubo-futurismo russo e francese, ''ritorno all'ordine'' italiano, ''realismo magico'' tedesco, ''realismo'' polacco. Una babele di elementi rielaborati in modo geniale fino a creare una ''lingua'' nuova, autonoma e individuale, dai caratteri accattivanti.
Pittrice cosmopolita e icona dell’Art déco, Tamara de Lempicka ha creato immagini che sono diventate il simbolo di un’epoca, “i folli” anni Venti e Trenta di cui diventa la più brillante interprete, introducendo nei suoi dipinti i simboli della modernità e rappresentando la donna emancipata, libera, indipendente e trasgressiva.
Considerando la vita come un’opera d’arte e sostenuta da una volontà ferrea di affermazione, Tamara coltiva il suo talento artistico, ma anche costruisce con cura la propria immagine di donna elegante e sofisticata, divenendo presto la protagonista stravagante della mondanità europea.
Redattore: RENZO DE SIMONE
Informazioni Evento:
Data Inizio:10 marzo 2011
Data Fine: 03 luglio 2011
Luogo: Roma, Complesso del Vittoriano, Ala Brasini
Orario: Dal Lunedì al Giovedì: 9.30-19.30 Venerdì e Sabato: 9.30-23.30 Domenica: 9.30-20.30
TRASALIMENTI 1998 - 1999 - 2000 - Fondaci di Castelbasso
arte trasalimenti ideato e curato da gabriele di pietro.
venerdì 4 marzo 2011
Alberto Giacometti. L’anima del Novecento. Sculture, dipinti, disegni
Sculture, dipinti, disegni. Tutti appartenenti ad una medesima collezione, mai esposta in Europa nella sua completezza da quando ha lasciato lo studio parigino di Alberto Giacometti, una delle icone del Novecento.
Il MAGA di Gallarate ospita la collezione dal 5 marzo al 5 giugno, in una mostra promossa dalla Fondazione Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Silvio Zanella, presieduta da Angelo Crespi, con la direzione di Emma Zanella.
La mostra è curata da Michael Peppiatt, autore di “In Giacometti’s Studio”- libro nel quale documenta la ricognizione da lui compiuta nell’archivio prima inesplorato di uno dei rami della famiglia, ricognizione che è alla base anche di questa preziosa rassegna- con il coordinamento generale di Cinzia Chiari. Gli allestimenti della mostra sono affidati a Maurizio Sabatini lo scenografo che lavora con Giuseppe Tornatore.
Gli eredi di Giacometti gli hanno infatti accordato il permesso di esaminare la collezione, pubblicare a lavori ultimati un nuovo libro, e procedere alla catalogazione delle opere. “E’ un materiale – afferma Peppiatt – che getta nuova luce sul modo di lavorare di Giacometti, «afflitto» da una specie di compulsione al bozzetto. Tanto da schizzare sulla prima pagina di France Soir dei nudi di Christine Keeler, la showgirl che fece tremare l’establishment britannico degli anni Sessanta quando venne riconosciuta come l’amante del Tory John Profumo. Il quotidiano, datato 1963, portava in prima pagina un articolo sul piccante affair. Corrispondenza che, evidentemente, ispirò l’artista svizzero solleticando il suo bisogno di disegnare. «C’è un qualcosa di intimo in questi lavori», ha detto all’Observer Peppiatt. «Mi hanno permesso di spaziare fa 300 disegni, ed ero commosso. Sentivo quasi la presenza di Giacometti, come se i suoi schizzi stessero cadendo direttamente dalle sue mani.
Il MAGA di Gallarate ospita la collezione dal 5 marzo al 5 giugno, in una mostra promossa dalla Fondazione Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Silvio Zanella, presieduta da Angelo Crespi, con la direzione di Emma Zanella.
La mostra è curata da Michael Peppiatt, autore di “In Giacometti’s Studio”- libro nel quale documenta la ricognizione da lui compiuta nell’archivio prima inesplorato di uno dei rami della famiglia, ricognizione che è alla base anche di questa preziosa rassegna- con il coordinamento generale di Cinzia Chiari. Gli allestimenti della mostra sono affidati a Maurizio Sabatini lo scenografo che lavora con Giuseppe Tornatore.
Gli eredi di Giacometti gli hanno infatti accordato il permesso di esaminare la collezione, pubblicare a lavori ultimati un nuovo libro, e procedere alla catalogazione delle opere. “E’ un materiale – afferma Peppiatt – che getta nuova luce sul modo di lavorare di Giacometti, «afflitto» da una specie di compulsione al bozzetto. Tanto da schizzare sulla prima pagina di France Soir dei nudi di Christine Keeler, la showgirl che fece tremare l’establishment britannico degli anni Sessanta quando venne riconosciuta come l’amante del Tory John Profumo. Il quotidiano, datato 1963, portava in prima pagina un articolo sul piccante affair. Corrispondenza che, evidentemente, ispirò l’artista svizzero solleticando il suo bisogno di disegnare. «C’è un qualcosa di intimo in questi lavori», ha detto all’Observer Peppiatt. «Mi hanno permesso di spaziare fa 300 disegni, ed ero commosso. Sentivo quasi la presenza di Giacometti, come se i suoi schizzi stessero cadendo direttamente dalle sue mani.
Ha scarabocchiato ovunque: sulle pagine dei libri, su pezzi di carta presi nei caffè». Un altro esempio di questi sketch improvvisi si trova su una pagina strappata da L’Express in cui l’artista pasticciò la fotografia di Lee Harvey Oswald, l’assassino del presidente John Kennedy. Di fianco, poi, Giacometti scrisse ripetutamente la parola italiana «continuare», oltre che un appunto di lavoro: «i busti sono stati fatti velocemente, e un dipinto questa sera, i disegni presto». «Gli sketch - spiega ancora Peppiatt - erano per lui una forma di pensiero istintivo.
Non stava mai senza una matita in mano o una sigaretta in bocca».
Ma la mostra al MAGA non si limita a documentare questo aspetto dell’attività di Giacometti. Insieme a schizzi e disegni propone infatti ben 49 sculture ed una importante selezione di dipinti. Le sculture ritraggono membri della famiglia Giacometti: il padre, la madre, la sorella Ottlilia e il fratello Diego. Un secondo gruppo propone invece un campione rappresentativo dei lavori figurativi del dopoguerra di Giacometti: figure intere sia maschili che femminili, un “Homme qui marche”, alcune di teste di “Lotar”, una “Femme de Venise” e diversi busti della moglie Annette.
La collezione di disegni è molto vasta e comprende tanto ritratti a figura intera quanto copie di lavori da opere classiche, insieme agli schizzi sui più diversi supporti.
Benché le opere scelte siano focalizzate sul periodo della maturità artistica di Giacometti, sono molti gli aspetti della mostra che puntano verso un Giacometti intimo, com’è lecito attendersi da una collezione di proprietà della stessa famiglia Giacometti.
Un’ampia sezione documentaristica, anch’essa ricca di materiali sino ad oggi inediti, completa la mostra. Vi sono presentate immagini fotografiche che ritraggono l’artista al lavoro e che raccontano delle sue frequentazioni, insieme a lettere e ad altri documenti, per far rivivere una personalità artistica d’eccezione.
Redattore: RENZO DE SIMONE
Informazioni Evento:
Data Inizio:06 marzo 2011
Data Fine: 05 giugno 2011
Costo del biglietto: 8,00 euro
Luogo: Gallarate, Museo MAGA
Orario: 9.30 - 19.30 martedì - domenica; Chiuso il lunedì
Telefono: 0331706011 / 0331706048
E-mail: http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/info@museomaga.it
Sito Web: http://www.museomaga.it/
giovedì 3 marzo 2011
MAXXI - MICHELANGELO PISTOLETTO
Il MAXXI, in coproduzione con il Philadelphia Museum of Art, dedica due mostre al grande Maestro italiano, tra i fondatori dell'Arte Povera e figura di riferimento per le giovani generazioni: Michelangelo Pistoletto: Da Uno a Molti, 1956-1974, con più di 100 lavori provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e americane, e Cittadellarte, un focus sull'omonimo laboratorio creativo fondato da Pistoletto a Biella nel 1998, dove l'arte si fa impegno civile e sociale.
in collaborazione con Philadelphia Museum of Art, a cura di Carlos Basualdo
Michelangelo Pistoletto: da Uno a Molti, 1956 - 1974, con più di 100 lavori provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e americane, racconta uno tra gli artisti italiani viventi più rilevanti a livello internazionale, tra i fondatori dell’Arte Povera e figura di riferimento per le giovani generazioni, considerato negli Stati Uniti un anticipatore delle pratiche artistiche di partecipazione.
La mostra affronta il percorso artistico del Maestro, da una rigorosa indagine sulla rappresentazione di se stesso fino allo sviluppo delle collaborazioni creative che caratterizzano anche la sua attuale ricerca.
Le opere sono allestite in tre gruppi principali. I Quadri specchianti e i Plexiglass sono esposti insieme rispettando il raggruppamento concettuale pensato in origine dall'artista. Gli Oggetti in meno, gli Stracci e le opere della serie Luci e riflessi, sono disposti insieme in un unico ambiente. Uno spazio a parte è riservato alle Azioni e Performance degli artisti del gruppo teatrale Lo Zoo e ospita oggetti di scena legati alle performance, documentazioni fotografiche e video.
Tutte queste opere contribuiscono a raccontare il lavoro di Pistoletto nel contesto delle trasformazioni che nel dopoguerra hanno investito l’Italia, l’Europa occidentale e il Nord America, esplorando le relazioni del suo lavoro con la Pop Art, il Minimalismo e il Concettuale, e in particolare, sottolineando l’aspetto collaborativo della sua opera che ha caratterizzato la sua ricerca dalla metà degli anni Cinquanta.
Affianca la mostra Michelangelo Pistoletto: da Uno a Molti, 1956 – 1974, l’esposizione Cittadellarte: un focus sull’omonimo laboratorio creativo fondato Pistoletto a Biella nel 1998, dove l’arte ancor di più si fa rete, in diretta interazione con la società.
in collaborazione con Philadelphia Museum of Art, a cura di Carlos Basualdo
Michelangelo Pistoletto: da Uno a Molti, 1956 - 1974, con più di 100 lavori provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e americane, racconta uno tra gli artisti italiani viventi più rilevanti a livello internazionale, tra i fondatori dell’Arte Povera e figura di riferimento per le giovani generazioni, considerato negli Stati Uniti un anticipatore delle pratiche artistiche di partecipazione.
La mostra affronta il percorso artistico del Maestro, da una rigorosa indagine sulla rappresentazione di se stesso fino allo sviluppo delle collaborazioni creative che caratterizzano anche la sua attuale ricerca.
Le opere sono allestite in tre gruppi principali. I Quadri specchianti e i Plexiglass sono esposti insieme rispettando il raggruppamento concettuale pensato in origine dall'artista. Gli Oggetti in meno, gli Stracci e le opere della serie Luci e riflessi, sono disposti insieme in un unico ambiente. Uno spazio a parte è riservato alle Azioni e Performance degli artisti del gruppo teatrale Lo Zoo e ospita oggetti di scena legati alle performance, documentazioni fotografiche e video.
Tutte queste opere contribuiscono a raccontare il lavoro di Pistoletto nel contesto delle trasformazioni che nel dopoguerra hanno investito l’Italia, l’Europa occidentale e il Nord America, esplorando le relazioni del suo lavoro con la Pop Art, il Minimalismo e il Concettuale, e in particolare, sottolineando l’aspetto collaborativo della sua opera che ha caratterizzato la sua ricerca dalla metà degli anni Cinquanta.
Affianca la mostra Michelangelo Pistoletto: da Uno a Molti, 1956 – 1974, l’esposizione Cittadellarte: un focus sull’omonimo laboratorio creativo fondato Pistoletto a Biella nel 1998, dove l’arte ancor di più si fa rete, in diretta interazione con la società.
Redattore: RENZO DE SIMONE
Informazioni Evento:
Data Inizio:04 marzo 2011
Data Fine: 15 agosto 2011
Costo del biglietto:
Prenotazione:
Luogo: Roma, MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Gallerie 2 e 3
Orario: mar-merc-ven-dom 11-19 gio-sab 11-22; chiuso lunedì
Telefono: 06 39967350
Sito Web: http://www.fondazionemaxxi.it/
martedì 1 marzo 2011
COCULLO(AQ)-S.DOMENICO -6.5.1993
arte trasalimenti ideato e curato da gabriele di pietro.
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